Viaggio in Armenia

Il Racconto



A parte alcuni dati storici di questo antichissimo paese, poco conoscevo dell’Armenia oltre al fatto che era una delle 15 Reppubliche Socialistiche Sovietiche. Proprio perchè faceva parte del grande Impero sovietico mi incuriosiva conoscere che cosa ha lasciato la cultura russa, dopo la perestroika di Gorbachov, in uno stato così lontano da Mosca.

Per capire l’Armenia di oggi bisognerebbe tornare indietro nel passato e fare un’analisi degli avvenimenti politici avvenuti durante la storia. Purtroppo non sono in grado di valutare i lati positivi o negativi di uno stato che ha tanto sofferto subendo varie invasioni, non dimentichiamo il genocidio di 1.000.000 armeni nel 1915 da parte dei turchi.

Sono invece in grado di valutare quello che ho visto durante il mio viaggio in questo meraviglioso paese, racconterò le impressioni di un viaggio che mi ha fatto capire quanto un popolo che soffre si può sollevare con l’orgoglio di appartenere a una nazione, e prosperare nel mondo moderno del nuovo secolo..

Sono partito da Nizhnij Novgorad con un Tupolev 154 della compangia armena Armavia e dopo 2 ore e trenta di volo siamo atterrati puntuali alle ore tre del mattino all’Aeroporto Internazionale di Yerevan. La prima impressione che ho avuto appena arrivato è stata positiva: le simpatiche hostes ci hanno accolto con un sorriso e accompagnato personalmente all’ufficio per avere il visto della durata di 21 giorni. Le procedure per il controllo dei passaporti è veloce ed efficente, viene smaltito da un pannello elettronico che indica in quale dei numerosi posti di controllo occorre recarsi. Per andare verso il ritiro bagaglio si passa obbligatoriamente attraverso un bandito negozio free-shop che invoglia a fare le prime spese, non usuale negli Aeroporti comuni. Normalmente i negozzi free-shop si trovano alla partenza e non all’arrivo, comunque ogni paese ha le sue abitutini e metodi di vendita.

Seconda impressione positiva: ho notato tre stand di telefonia mobili Beeline, MTS e Orange che fornivano gratis i propri Sim Card per l’abbonamento telefonico. Naturalmente ho subito approfittato di questa agevolazione e mi sono preso un abbonamento Beeline. Fuori dell’Aeroporto una serie di taxisti mi sono venuti incontro per offrirmi il loro servigio. Ho preso un taxi chiedendo che mi portasse in un albergo in centro città, l’autista mi disse subito che sarebbe stato difficile trovare posto in un albergo del centro perchè Yerevan stava festeggiando 2792 anni di storia e tutti gli alberghi erano pieni.

Mi sono dovuto accontentare di un Motel in periferia, un quartiere tipo Las Vegas dove c’erano tantissimi casinò e night-clubs con streap tease a volontà. Raccontava il mio taxista che gli armeni moderni amano il gioco d’azzardo ed il divertimento notturno, una volta proibitissimo durante il regime sovietico. Stanco com’ero volevo solo trovare un letto dove dormire e mi sono accordato con Vrezh (così si chiamava il simpatico tassista) di vederci all’indomani mattina per le visite turistiche.

La mattina successiva ho iniziato il mio giro turistico ad Yerevan, il Motel si trovava a 15 km dal centro, durante il tragitto sull’autostrada che collega l’albergo al centro il traffico era scorrevole, in mezzo a tanti palazzi di nuova costruzione spiccavano vecchi edifici dell’epoca staliniana, ancora oggi abitati da varie famiglie nei famosi comunalni kvartiri.

Quel giorno Yerevan festeggiava 2792 anni di storia, era il 10 Ottobre 2010 ciò è il 10/10/10 una combinazioni di numeri 10 che capita una volta nella vita. Per prima cosa siamo andati a vedere il mercato dell’antiquariato situato su una delle piazze della città, tantissime bancarelle esponevano oggetti di ogni tipo, ceramiche, dipinti antichi e moderni, ambre e pietre dure,

dai gioielli più preziosi all’artigianato più banale.

Subito dopo siamo andati a vedere un’ antica città, sede del patriarcato armeno, collegio e seminario per nuovi sacerdoti “Etchmiadzin”. Dall’anno 301 Etchmiadzin divenne il centro spirituale di tutti gli armeni. San Gregorio l’Illuminato fondò la Cattedrale nell’anno 303, al suo interno esiste ancora l’altare originale in pietra. Secondo la leggenda la Cattedrale di Etchmiadzin fu la prima chiesa costruita nel mondo cristiano; distrutta durante le varie invasioni straniere fu sempre fedelmente ricostruita. Significanti ricostruzioni furono fatte durante i secoli IV, V e VII., l’ultima sua ricostruzione fu fatta nel 1441 dopo l’assegnazione del patriarcato armeno a Etchmiadzin.

Non lontano da Etchmiadzin esiste l’ensemble architettonico di “Zvartnots”. Un colonnato in forma circolare che risale anch’esso all’anno 301. Nel luogo dove San Gregorio l’Illuminato incontrò il Re Trdat III fu costruita la chiesa dedicata al Santo. Il Tempio di Zvartnots è considerato una delle sette meraviglie del mondo, costruito ai piedi della montagna sacra Ararat come significato spirituale della fede cristiana.

L’Armenia è un paese ricco di storia, mi incuriosiva arrivare ai piedi del monte Ararat, chiesi al mio autista di portarmi il più vicino possibile proprio nel confine tra Turchia e Armenia. Infatti, il monte Ararat, autentico simbolo spirituale degli armeni, si trova interamente in territorio turco. L’ultima invasione turca in territorio armeno ha delimitato i confini proprio ai piedi della montagna sacra, il popolo armeno non ha mai perdonato ai turchi questa usurpazione del loro territorio sacro.

Comunque, era una bellissima giornata di sole, il mio autista si avvicinava sempre di più al famoso monte Ararat. Veramente impressionante e maestoso, con le cime coperte di neve sembrava un gigante, colosso monumento della natura che protegge gli uomini da tutti i mali. Dovevamo arrivare a “Khor Virap”, una fortezza medioevale che si trova ai piedi della montagna, a venti metri dal filo spinato e dalle torri di controllo dove le sentinelle turche proibiscono a chiunque sia sprovvisto di permesso di avvicinarsi. Il filo spinato demarca il confine ma non ci sono vie di passaggio tra questi due paesi.

Dalla fortezza Khor Virap si poteva ammirare la montagna sacra in tutto il suo splendore, la cima più alta “Masis” arriva a 5.167 metri s.l.m. mentre quella più bassa arriva a 3.100.

Per finire la giornata, nel pomeriggio, l’autista mi portò a visitare il tempio di Mitra. Mi disse che avremmo dovuto viaggiare attraverso le montagne per arrivare alla “Fortezza di Garni” del IV Secolo A.C., posta dall’altra parte del paese.

Il percorso era tipico di zone montane, siamo passati attraverso vari villaggi dalle caratteristiche case orientali a testimonianza di una cultura antica e delle storiche invasioni, addirittura i romani lasciarono le loro impronte in queste montagne così lontane e impervie, quasi irraggiungibili dagli esseri umani.

Eppure qui, tra questi paurosi precipizi, in cima alla montagna più alta, costruirono la Fortezza di Garni con terme romane ed il Tempio di Mitra all’interno. Pensare che tutto questo fu costruito con la mano dell’uomo sembra impossibile, pietre gigantesche trasportate da chi sa dove, accatastate una sopra l’altra con una tecnica da fare invidia agli architetti di oggi.

Il Tempio di Mitra, un colosso in cima alla montagna, luogo di culto e preghiera, simbolo di fede che unisce gli uomini con la speranza di costruire un mondo migliore, mai realizzata. La “Fortezza di Garni”, il “Tempio di Mitra” opera realizzata nel IV Secolo A.C. tutt’ora esistono a testimonianza della storia dell’uomo.

Di ritorno a Yerevan ci siamo fermati a salutare i contadini per la strada che vendevano frutta e dolcetti, gente semplice, affabile e disponibile al dialogo con gli stranieri, mi ospitarono a casa loro offrendomi del pane in segno di amicizia. Tutti parlavano il russo, oltre che l’armeno, mi raccontavano che il russo era la loro seconda lingua ed erano fieri di essere legati alla Russia politicamente, si sentono protetti dalla potenza della Russia contro ogni invasione straniera.

Al giorno d’oggi non ci sono i presupposti per altre invasioni, le ambizioni più grandi dell’armeno moderno sono la pace, la prosperità e la democrazia nel rispetto delle antiche tradizioni, per raggiungere lo sviluppo economico e il benessere del paese.

Il benessere si vede camminando per le strade della capitale Yerevan, palazzi ristrutturati, grandi alberghi moderni, negozi e centri commerciali da fare invidia a grandi città come Roma o Parigi, giardini pubblici dove si può respirare aria pulita ma sopratutto il benessere traspare dal sorriso delle persone che passeggiano liberamente per le strade.

Ricordiamo ancora questa data 10/10/10. 2792 anni di storia della città. Festeggiamenti in ogni parte, palcoscenici organizzati nelle piazze dove si organizzavano spettacoli di danza, cori di bambini che cantavano canzoni popolari armene.

Nella piazza principale il più grande spettacolo in onore all’anno 2792. Migliaia di persone aspettavano le 20.30 ora di inizio dello spettacolo, anch’io ero lì ad aspettare, seduto sugli scalini di un edificio sede della Banca Armena, insieme ad una simpatica famiglia di cui ero diventato amico. Alle 20.30 in punto inizia lo spettacolo: un’immensità di luci, colori, fuochi d’artificio danno inizio ai festeggiamenti, ballerini, cantanti, bande musicali ed una coreografa superlativa. Tre ore di spettacolo veramente indimenticabile.

Il giorno dopo siamo andati a visitare il lago Sevan, distante 79 Km da Yerevan. Abbiamo percorso l’autostrada che collega Yerevan a Tbilisi in Georgia attraversando una zona stepposa e montana prima di arrivare al Lago che si trova a 1.900 mt. s.l.m.

Mi raccontava l’autista che il Lago Sevan è diventato una meta turistica importante in Armenia, principalmente durante l’estate gli alberghi raggiungono cifre da capo giro. Da quello che ho visto non mi sembrava un luogo da alberghi così dispendiosi, comunque ho avuto il piacere di assaggiare il pesce “Siga”, pescato nel lago, dal gusto prelibato, cucinato in maniera superba in un tipico ristorante di Sevan.

Il Lago Sevan era l’ultima tappa del mio giro panoramico dell’Armenia, un paese accogliente e storico che consiglio a tutti.

L’Armenia conta una popolazione di 3.200.000 di abitanti, all’estero vivono ben 8.000.000 di armeni emigrati da anni dopo le persecuzioni subite dai vari popoli invasori.

Le città principali sono Yerevan, Gyumri e Vanadzar. L’unico aeroporto del paese è quello di Yerevan costruito in stile sovietico, rimodernato ed accogliente rimane il solo punto di accoglienza per coloro che desiderano visitare questo paese, non ci sono altri sbocchi ne ferroviari ne stradali.

Armenia, un piccolo stato situato in mezzo alle montagne a confine tra la Giorgia, la Turchia, l’Azerbaizhan e l’Iran. Da sempre contesa tra gli invasori, oggi trova la sua libertà dopo anni di occupazione straniera, retta da un governo semi-presidenziale che investe senza risparmio per il progresso del domani. Il popolo armeno condivide pienamente le scelte del loro presidente, rispettano le antiche tradizioni del passato con lo sguardo volto verso un futuro pieno di speranza.

Questa è l’impressione che ho avuto nella mia breve visita in Armenia.

Consiglio anche a voi di andarci....

Grazie per la lettura.

Antonio De Bianchi


Viaggiatore solitario delle Repubbliche ex URSS.

Tel. 3493135006

Email: debiton@alice.it