Cure termali in Russia

Il Racconto


Ci sono forse migliaia di località termali in Russia, ogni Oblast è ricca di luoghi di cura. Le più famose sono quelle del Caucaso, Mineralnij Vod, Pietigorskij, Kislavodskij già frequentate dai nobili russi di tutti i tempi.

Leggendo le riviste specializzate si possono trovare Località Termali di ogni tipo. Quest’anno mi sono trovato a Nizhnij Novgorad alla fine del mio periodo di lavoro in Russia e ho deciso di cercare un Sanatorio (luogo termale) per un periodo di riposo e cure. Dopo varie ricerche e telefonate finalmente ho trovato quello che cercavo: sanatorio “JANTARI”, in italiano “AMBRA”. Il sanatorio dista 90 Km da Nizhnij Novgorad ed è situato sulle rive del più famoso fiume russo il Volga, immerso nella natura boschiva della Taiga, è stato costruito negli anni 30 per volere di Stalin.

Nonostante siano passati 80 anni dalla sua inaugurazione, nulla è cambiato sia dal punto di vista della strutturazione, che dal punto di vista logistico e curativo. Era proprio quello che cercavo: immergermi nel passato per cercare di capire perché tanti cittadini russi rimpiangono ancora il periodo comunista di Stalin, considerato dagli storici un crudele tiranno. Non lontano da “Янтарь” esisteva anche un’altro sanatorio “TATINEZ” costruito negli anni 80 ma chiuso l’anno scorso dopo un incendio verificatosi all’interno dell’edificio.

Arrivato al sanatorio sono stato accolto con simpatia dal personale addetto alle cure, dal responsabile medico che si è dimostrato gentile ed orgoglioso di avere un italiano come ospite, il primo straniero mai arrivato da quelle parti. Dopo la visita medica mi ha affidato alla capo infermiera spiegandole con precisione tutte le cure alle quali dovevo sottopormi giornalmente: inalazioni, bagni, massaggi, fanghi, laserterapia al ginocchio e alla spalla per l’artrosi, infusi speciali alle erbe multi vitaminici e naturalmente acqua minerale naturale dalla fonte, da bere tre volte al giorno.

Per tutte queste terapie, vitto e alloggio in una delle poche suit dell’albergo ho spesa 7.000 Rubli = Euro 175, ciò è 25 Euro al giorno J.

All’interno dell’edifio c’erano le sale da gioco, biliardo, ping-pong, karaoke, dancing, uno spaccio attrezzato per ogni esigenza e naturalmente una vera Stalovaya d’altri tempi (tipo mensa aziendale) esattamenete come avrei desiderato di trovare.

Il vitto, servito in modo semplice 4 volte al giorno, colazione, pranzo, te e cena, comprende un’alimentazione sana e dietetica, adeguata alle diverse esigenze, composto di ingredienti naturali e freschi.


Durante la settimana abbiamo assistito ad uno spettacolo con artisti della Fisarmonica della città di Liskova della quale faceva parte una giovane cantante soprano dalla voce meravigliosa. Naturalmente non mancava l’animatrice del Sanatorio, una signora dal volto simpatico e gentile, cantante, pianista e acordeonista. Ogni pomeriggio ci riuniva tutti per la lezione di canto regalandomi con piacere alcune arie conosciute della tradizionale musica italiana, io ho contraccambiato cantando ogni giorno l’indimenticabile “volare” del Modugno nazionale e orgoglioso delle mie origini portoghesi, il tipico fado “Lisboa antiga”, molto apprezzato dai presenti.

….mi hanno anche fatto i complimenti dicendomi che ho una bella voce, sinceramente non me ne sono mai accorto J, mi farò scritturare per il prossimo anno.

La nostra animatrice Ljuba era anche una brava organizzatrice di escursioni. Un giorno è mancata la luce per un black-out programmato e lei ci ha proposto di visitare la città di Liskova ed il suo museo di storia naturale.

Naturalmente mi sono precipitato ad iscrivermi per visitare questa antica città, la sua fondazione risale al 1436. Partenza prevista alle nove del mattino in Pulman, il mezzo era in perfetto stile post bellico. Puntuali e tutti pronti per partire…. mi sono reso conto che non c’erano posti a sedere per tutti. “Non c’e problema” mi disse la simpatica Ljuba …”torno subito”.

Dopo un istante è tornata con quattro sedie ed eravamo tutti seduti sul pullman J. Questa sì che è organizzazione gli dissi ringraziandola per il gesto, lei mi rispose sorridendo “sei uno dei nostri” ti devi adeguare.

Ljuba senza volerlo, mi stava facendo un regalo, stavo vivendo era un’ esperienza meravigliosa,

su quel pulman vecchio, tutto a pezzi, con le sedie collocate nel corridoio e le babusche che mi coccolavano in continuazione. La Russia vera dei russi, erano momenti che mi facevano riflettere e capire quanto è bello vivere in mezzo alla semplicità. Eppure quelle babusche d’altri tempi, con volti marcati da una vita vissuta con grandi difficoltà, ogni volta che si esprimevano facevano trasparire serenità e proprietà di linguaggio. Rimanevo incantato a sentirle parlare mentre raccontavano le loro vicissitudini, alcune erano contadine, altre ex funzionarie pubbliche, avvocatesse, professoresse, tante operaie in pensione della fabbrica di automobili “Lada”. Tutte donne anziane, distinte e desiderose di sapere come si vive al di là della grande Russia.

Cosa potrei raccontare io a queste persone che vivono bene nel loro mondo, abituate a non avere niente e ad essere felici con niente, mi sono proprio reso conto di quanto a volte non sappiamo apprezzare i valori naturali della vita. Stavamo facendo una gita con dei mezzi rudimentali ed eravamo tutti felici di ascoltare i racconti di Ljuba, sulla natura, la fauna, la storia della città di Liskova antica di 600 anni e tutti intervenivano con delle aggiunte storiche e anedotti interessanti.

Quanta bellezza, quanta umanità, quanta semplicità, quanta onestà, quanta spiritualità nella povertà materiale! Tutto era scritto nel volto di quelle babusche. La più simpatica era Inna, credo sia stata una donna di origini aristocratiche, io la chiamavo Kniaghina (contessa) d’altri tempi. Abbiamo percepito subito una reciproca simpatia, dai modi raffinati rispondeva con garbo ad ogni mia curiosità sul passato, sapeva ogni cosa di tutto e più. Inna mangiava con me a tavola nella stalovaya, abbiamo fatto insieme delle lunghe passeggiate sulle rive del Volga, mi raccontava con le lacrime agli occhi che i suoi genitori furono fatti fucilare da Stalin perchè facevano parte dei “kulaki”. Storie terribili di gente che avevano l’unico torto di essere lavoratori benestanti onesti.

Tuttavia lei è sopravissuta ai terrori del passato, ora riceve una pensione dallo stato di Rubli 5.000, ex professoressa all’Universita statale di Nizhnij Novgorad dice che nonostante tutto forse stavano meglio prima di adesso, rimpiange alcune regalie di allora e gode la libertà del presente. Il marito, rimasto a casa, anche lui riformato, ex capitano del esercito russo in Afganistan si dedica alla sua daccia e all’orto. Inna cantava, raccontava anedotti, ballava il tango argentino ed il valzer viennese con la stessa vivacità e spensieratezza. Le piaceva mangiare, divorava ogni cosa le si presentasse a tavola e rideva quando le dicevo che tutto era buono anche se in fondo sapeva che non dicevo la verità.

Ritornando alla nostra escursione di quel mercoledì di black-out programmato, siamo arrivati finalmente a Liskova dopo 30 Km. di strada, passando in mezzo alla foresta di bettule giganti. Arrivati al Museo Kraevedtcheskij di Liskova, siamo stati accolti personalmente dalla direttrice che ci ha raccontato ogni cosa sulla fauna ancora vivente di questa zona. Dei tanti esemplari si possono contare l’orso bruno, il lupo, il cinghiale, le volpi, linci, alci, cervi, ecc. Anche una multitudine di uccelli come l’acquila, il barbagiani, il falco e tanti altri.

In queste foreste viveva anche il famoso bisonte europeo “zubre” ora estinto grazie ai cacciatori di frodo. Una piccola colonia di zubre vive anche nei boschi della Bielorussia e del Caucaso.

Ljuba mi raccontava che vicino alla città, nell’altra sponda del Volga c’era un famoso Monastero femminile “Makaraesvkij”. Sono rimasto molto incuriosito da questa notizia e decisi di visitarlo al momento della mia partenza da Янтарь. Mi sono accordato con un taxi per portarmi al Monastero e di seguito all’Aeroporto di Nizhnij Novgorad da dove sarei poi partito per l’ultima tappa del mio viaggio: l’Armenia.

Il Monastero femminile Makaraesvkij fu costruito nel 1434 proprio sulle rive del fiume Volga. Abbiamo attraversato il fiume con il traghetto attraccato alla riva da un grosso tronco d’albero. Il sistema di parcheggio all’interno del vecchio traghetto era veramente rudimentale tanto che sono rimasto imprigionato tra due auto senza possibilità di aprire le porte, avevo gli incubi pensando a una eventuale situazione di emergenza…..

Comunque nella sterminata Russia non bisogna soffermarsi su queste ipotesi, le cose vanno avanti dai tempi dei tempi allo stesso modo, c’e solo da augurarsi che tutto vada sempre bene altrimenti passi al creatore.

Mentre aspettavo di imbarcarmi sul traghetto ho fatto qualche ripresa quà e là, improvisamente vedo d’avanti a me una caro amico che lavorava sulla M/N Andropov. Non ci potevo credere, il nostro “radist” (marconista) della M/N Andropov, anche lui sorpreso di incontrarmi in quel remoto posto in attesa del traghetto per attraversare il fiume. Ci siamo abbracciati dalla gioia e tutti e due ci chiedevamo: ma cosa fai tu qui?, da quale pianeta provieni? Il mondo è piccolo ed è sempre bello incontrare gli amici nei più remoti posti della terra.

Il traghetto impiegò 45 minuti per la traversata del fiume, in lontananza si vedeva spuntare il maestoso Monastero Makaraeviskij che diventava sempre più grande mentre ci si avvicinava alla riva.

Maestoso, imponente, un opera degna dello zar Ivan III, padre del famoso Ivan il Terribile.

Il Monastero ha una copertura murale di 2 Km e 12 torri alte 25 metri. Una fortezza nella fortezza tutta di colore bianco, all’interno la chiesa della resurrezione domina praticamente tutto l’ensemble degli edifici religiosi, le celle, l’ospedale, il refettorio e l’immenso orto dove le monache coltivano ogni genere di verdure. Ovunque si vedevano le monache al lavoro, chi nell’orto, chi pitturava le ringhiere, chi stuccava le mura, addirittura chi lavorava nella falegnameria; insomma, 24 monache custodiscono con tanta cura ogni aspetto del Monastero.

Ripreso il taxi sono partito finalmente per Nizhnij Novgorad da dove mi sarei imbarcato a bordo di un T-154 con destinazione Yerevan-Armenia.

Racconto di Antonio De Bianchi

Viaggiatore solitario in terra russa

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