Pakrovskoe - Siberia: alla ricerca di notizie su Rasputin

Ho incontrato un suo discendente.


Il Santo?

Rasputin nacque il 10 gennaio 1869 a Pakrovskoe in Siberia, da una famiglia di umilissimi contadini. Nei vari ritratti fatti dagli storici viene indicato a secondo della opinione di ciascuno come avventuriero, monaco, guaritore taumaturgico, ipnotizzatore. La biografia ufficiale dice che Rasputin fu sempre un pò strano. Già dalla più tenera età oscillava dalla vivacità più sfrenata alla solitudine. In seguito a uno choc psico-fisico (lui e il fratello Misha caddero in un fiume ghiacciato, il fratello morì, lui fu salvato a stento e restò a lungo ammalato), affiorano i primi “poteri” che in seguito affinerà.

Fin da bambino si moltiplicano le manifestazioni straordinarie, ma emergono anche manifestazioni di una personalità definita dagli scienziati “isterica, mistica, traboccante sensualità, dall’immaginazione estremamente fervida, in balia perenne di emozioni violente e bruschi cambiamenti d’umore”.

Crescendo si rivela donnaiolo infaticabile, lavoratore accanito e danzatore sfrenato, capace di cadere in estasi ascoltando i suggestivi motivi musicali degli zingari. Sposa una robusta compaesana, ha tre figli e campa senza problemi. Insidia l’onore delle rappresentanti del gentil sesso che entrano nella sua orbita e lo cercano spesso.

I suoi occhi magnetici stregavano, o ipnotizzavano, uomini e donne, popolino e sacerdoti, la sua voce persuadeva come una musica e il confessore della zarina lo introduce a corte perché si occupi dell’erede al trono affetto da emofilia. Rasputin riesce a calmare la crisi e le sofferenze del povero piccolo e si parla di guarigione. Intanto Rasputin trova consensi nella zarina e nello zar. È il deus ex machina dell’impero, tutti lo sanno tanto è vero che gli avversari politici dello zar metteranno lui, la zarina e Rasputin alla berlina sui manifesti.


Alcuni fatti curiosi:

Il cognome Rasputin deriva dalla parola rasput' (bivio, incrocio di due o più strade), oppure dalla parola rasputa, cioè immorale, di facili costumi.

Nato nel villaggio di Pakrovskoe nel governatorato di Tabolsk. In questo villaggio all’epoca della nascita di Grigorij c’erano ben 33 famiglia di cognome Rasputin.

Sua mamma si chiamava Efidocja e suo padre Efimov.

Febbraio 1863, i coniugi Rasputin danno alla luce una figlia che muore dopo pochi mesi.

Agosto 1864, nacque la seconda figlia dei coniugi Rasputin e anch’essa muore poco dopo la nascita.

Maggio 1866, nacque la terza figlia che muore dopo quattro mesi di diarrea.

Agosto 1867, finalmente nasce un figlio maschio a cui viene dato il nome Andrej, purtroppo anche lui non visse a lungo.

Finalmente il 10 Gennaio 1869 i coniugi Rasputin danno alla luce un altro figlio maschio a cui viene dato il nome Grigorij. Naturalmente nessuno avrebbe mai immaginato che quel bambino avrebbe fatto parlare tanto di sé negli anni avvenire al punto di diventare anche ai giorni d’oggi, più conosciuto dello stesso zar Nicola II di Russia.

“Per un santo tutto è santo. Padre Grigorij non è come tutti gli altri, no! Le persone normali commettono peccato, lui invece compiendo le stesse cose non fa altro che santificarti e mettere alla tua portata la grazia di Dio.”

Le mie ricerche su Gregorij Efimovich Rasputin!

Parole di Rasputin: (dai manoscritti trovati nel museo di Pakrovskoe-Siberia)

“Più un uomo è semplice, più è vicino a Dio”

“Ne deriva che tutto ciò che si compie conformemente alla natura porta l’impronta della divinità, e la manifestazione suprema della grazia è l’amore:

l’amore verso Dio, la natura, e soprattutto verso il prossimo”.

“Cercate la verità, ha detto Cristo… Tutto sarà perdonato all’uomo…Furto, assassinio, fornificazione, ma l’ipocrisia mai.

“Dio è amore, Dio è verità, Dio è gioia e allegria, Dio è natura”

“Non ci sono santi sulla terra, finché l’uomo vive è peccatore.

“Vivere meglio: significa essere buoni e amare il tuo prossimo”

“Non avere mai paura di fare del bene, cosi facendo farai del bene anche a te stesso”

“La verità vince sempre. Tutto può cambiare, ma la verità rimane”

“Vivere la vita nel segno della verità, dell’amore e della bontà”

“Dove esiste l’amore esiste Dio, l’amore è gioia infinita”

Ho letto molto su di Gregorij Efimovich Rasputin, mi sono fatto una idea personale di questo enigmatico personaggio. Voglio fare una panoramica sulla vita di colui che è conosciuto ancora oggi come demonio, ma per coloro che lo stimavano e avevano trovato benefici dalle sue preghiere di guarigione, forse era solo un Santo.

Rasputin era un naturphilosoph venuto dal fondo dal popolo, un quasi analfabeta, ma che conosce le scritture e è dotato inoltre di una capacità naturale per l’estasi del pensiero.

Rasputin era adorato dalle donne e ne ha conosciuto tantissime, a cominciare dalle contadine per finire con l’imperatrice, hanno cercato consolazione spirituale presso di lui. Tante lo avvicinavano per curiosità, tante altre ancora per ottenere vantaggi concreti, pronte a pagare di persona. Ma egli ebbe relazioni intime soltanto con qualcuna. “Fosse Rasputin a sedurre le donne o viceversa?”.

E cosa c’è di più naturale in un uomo – corrispondeva alla concezione generale di Rasputin della religione come gioia, e dell’amore terreno come opera gradita a Dio. Perché considerare cattivo ciò che dà gioia contemporaneamente all’uomo e alla donna.

Non si conoscono casi di stupro commessi da Rasputin.

Rasputin era cortese e di umore uguale con tutti, anche tra coloro che lo odiavano mai nessuno gli attribuì un atteggiamento altezzoso o una villania voluta.

Diventato personaggio influente, Rasputin non ha quasi mai rifiutato di aiutare chi si rivolgeva a lui. Non chiedeva, ma accettava regali e denaro. Intascava con indifferenza grosse somme dai ricchi, e con gratitudine piccole somme da chi ne aveva meno. Prendeva denaro soltanto quando ne aveva bisogno per aiutare qualcuno. Lui non era né avaro né avido; distribuiva con generosità qualsiasi somma abbia ottenuto, non ha mai dimenticato la sua famiglia.

Rasputin si rivolgeva a sconosciuti come se fossero amici. Nonostante avesse avuto troppe accuse per lo più ingiuste anche da parte dei giornalisti, Rasputin non ha mai denunciato nessuno e sovente diceva: nei loro occhi non c’è giorno ma soltanto notte, che Dio li aiuti…

Una delle peculiarità stupefacenti di Rasputin era il suo dono di guaritore. È riuscito ad aiutare molte persone malate e lui stesso diceva che l’unica spiegazione della sua forza guaritrice era che la volontà di Dio agiva attraverso lui. Infatti, oltre al potere ipnotico del suo sguardo, lui pregava per ore infinite davanti al malato e si possono contare una infinità di guarigioni effettuate da Rasputin compresa quella del principe Aleksej, riuscendo a fermare per varie volte l’emorragia.

Rasputin diceva, quasi tutte le malattie sono psicosomatiche, e nella misura in cui è coinvolta la psiche, la forza della suggestione può agire. Può guarire totalmente l’anoressia, ma non l’emofilia, di cui può soltanto arrestare momentaneamente le emorragie.

Rasputin sentiva il suo paziente, credeva di poterlo guarire, e con uno sforzo della volontà gli trasmetteva questo convincimento. In sostanza, la guarigione che operava sui “corpi” non differivano sensibilmente da quelle ottenute sulla “mente” e, in entrambi i casi, richiedevano dall’ammalato sottomissione e fiducia. Se c’era urto tra due volontà, gran parte dello sforzo rischiava di disperdersi solo per vincere la resistenza. L’applicazione all’ammalato, nel corpo e nella mente, della forza che Dio gli aveva conferito, riteneva Rasputin, esigeva bontà e amore, e la prima condizione della guarigione era il risveglio della fede nell’ammalato. Ognuno ha la sua propria sofferenza, la cosa più difficile è costringere l’ammalato a credere. L’incredulità, diceva Rasputin è essa stessa una malattia ma per fortuna non esiste nessuno che non si possa costringere a credere, e consolare.

Rasputin è un profeta e un veggente, il suo dono di profezie era riconosciuto dai suoi amici come dai suoi avversari. Come diceva Andrei Amalrik nel suo libro su Rasputin: non pretendo di dare una spiegazione mistica o razionale delle profezie di Rasputin, ma se si ammette che le radici del futuro si trovano nel passato, non c’è nulla di enigmatico nelle previsioni. Se ne possono fare sulla base di una elaborazione formale di dati statistici, benché rimanga sempre una moltitudine di fattori di cui non si è tenuto conto. Si può predire sulla base dell’intuito, questa specie di illuminazione improvvisa, il cui meccanismo si trova a cavallo del conscio e dell’inconscio. In questo modo Rasputin convinceva la gente, grazie alla profonda comprensione intuitiva degli uomini e degli eventi che aveva acquisito nel corso di una ricchissima esperienza.

Un giorno in cui lo zar era partito per 10 giorni per la sede dello stato maggiore, Rasputin previde che vi avrebbe soggiornato per un mese esatto, ed è quanto avvenne. La sua sensibilità confinava col mistico.

Rasputin amava sottolineare la sua semplicità ed era fiero delle sue origini di contadino siberiano. Mangiava pure alla contadina ed era in cucina che egli mangiava con i suoi familiari. Usava solo raramente coltello e forchetta e preferiva prendere il cibo con le mani. Rasputin rimase fino alla fine un vero contadino siberiano. Furono proprio la sua semplicità, la rozzezza del suo linguaggio, la sua maniera di trattare in modo identico un granduca e un contadino, proprio questo affascinò il popolo russo.

Rasputin fu presentato alla corte dello zar il 1/11/1905, Nicola II scriveva nel suo diario: “abbiamo conosciuto l’uomo di Dio Grigorij”.

Sino alla fine della sua vita Rasputin trascorse parte dell’anno nel suo villaggio dove aveva progettato di costruire un ospedale e una chiesa. Nel estate del 1906 Rasputin comprò una nuova casa di due piani nella via principale di Pokrovskoe, oggi si chiama Sovietskaja. Nel villaggio come a Pietrogrado Rasputin aveva chi lo ammirava e chi lo odiava. Ci si ricordava ancora delle sue avventure giovanili, dei suoi sopranomi di “ladruncolo” e di “Santo”. Nel villaggio, venivano a trovare Rasputin persone da tutte le parti, principalmente da Pietrogrado, la maggior parte delle quali erano donne agghindate della capitale con vestiti di seta e cappellini lo prendevano a braccetto e lo chiamavano “Santo”. I suoi compaesani lo rispettavano e credevano alle sue doti di indovino, profeta e guaritore.

Rasputin organizzava spesso a casa sua nel villaggio di Pakrovskoe riunioni di preghiera, da molti giudicate inviti a orge. Si presume che queste dicerie siano false e inventate dai suoi nemici. Lui stesso non ha mai dato importanza a queste calunnie e rispettava perfino chi lo odiava. La maggior parte dei politici e prelati che lo odiavano, lo facevano perché si era sempre rifiutato di interferire a loro favore presso lo zar. Se qualche volta ha interferito a favore di uno o dell’altro lo faceva solo quando lo riteneva giusto ed era convinto di fare cosa buona e mai per interessi personali.

Rasputin nutriva un profondo rispetto per i letterati dell’epoca, principalmente per Lev Tolstoj che la chiesa aveva scomunicato nel 1901 per aver schernito il Sacramento dell’Eucaristia.

Rasputin, durante la sua esistenza ha sempre predicato l’amore e non ha mai augurato a nessuno del male, lui si sentiva un messaggero di Dio.

Negli ultimi anni della sua vita Rasputin si trovò di fronte a una coalizione nemica potente e inattesa. Aveva contro di lui i vescovi tradizionalisti e poi, gli uomini di destra, in particolare quelli che avevano sperato che Rasputin servisse loro da tramite con il potere. E poi c’erano i cortigiani, irritati e impauriti di vedere lo zar frequentare un contadino e ascoltare i suoi consigli, facendo perdere all’aristocrazia il suo ruolo tradizionale e distruggendo le barriere tra le caste. E ancora era invidiato negli ambienti dell’amministrazione e della polizia. Insomma, Rasputin era invidiato da molte persone che non risparmiavano le calunnie nei suoi confronti, le storie con le donne, le saune, le orge, poi in realtà, in quella società cosi travagliata, le intemperanze rasputiniane appaiono quasi un scherzo in confronto a quanto facevano le cosi dette persone per bene.

Rasputin era odiato da gran parte dell’aristocrazia ma tutti erano consapevoli che avevano a che fare con un uomo diverso, principalmente quando si venne a sapere che Rasputin aveva curato il principe Aleksej. Il 2 Ottobre 1912 il principe ebbe una emorragia interna. Sin dal primo giorno la temperatura salì a 39,4 ed il polso a 144. Furono convocati il chirurgo di corte e il pediatra di corte. Il 10 Ottobre il bambino stava molto male e gli venne data l’estrema unzione. Quello stesso giorno l’imperatrice diede ordine alla sua amica Vjrubova di chiedere aiuto a Rasputin. Così fece, e quello stesso giorno l’imperatrice ricevette un telegramma da Rasputin il quale affermava che la salute del principe ereditario sarebbe migliorata e che in breve tempo i dolori sarebbero scomparsi… I medici di corte hanno costatato loro stessi che l’emorragia era cessata. E questa non era la prima volta che Rasputin aveva salvato dalla morte l’erede al trono. Dopo questo fatto nessuno a corte dubitava più nella santità e nei poteri di Rasputin.

Dal 1912 al 1916 l’influenza di Rasputin sulla famiglia imperiale era intatta e i suoi nemici non si davano pace, attaccandolo degradatamene in tutti i modi, con la stampa e con lettere anonime alla famiglia imperiale. Fu durante questo periodo che Rasputin ebbe la maggior influenza politica a corte e lo zar e la zarina credevano fermamente nei suoi consigli, poi tra l’altro non ha mai chiesto niente per se stesso o per la sua famiglia. I suoi consigli erano rivolti agli altri, a quei politici che secondo lui avrebbero potuto meglio governare i vari ministeri dello stato, senza dimenticare che proprio in questo periodo la Russia era entrata nella prima guerra mondiale.

Il 29 di Giugno 1914 a Pakrovskoe Rasputin fu accoltellato da una giovane donna e fu portato all’ospedale di Tjumen dopo le prime cure nell’infermeria di Pakrovskoe. Si dice che il tentato assassinio di Rasputin fu organizzato dai suoi rivali, anche se la giovane donna era considerata malata di mente e sofferente di sifilide. Tuttavia, durante la sua degenza in ospedale Rasputin riceveva da ogni parte telegrammi che chiedevano notizie sulla sua salute, lo zar stesso chiese a Maklakov ministro degli interni di stabilire una sorveglianza costante e di proteggere Rasputin da un altro eventuale tentativo di attentato.

Dopo questo fatto Rasputin era continuamente sorvegliato da alcune guardie del corpo su ordine del ministro degli interni.

Nel corso del inverno 1914-1915 Rasputin repentinamente riprese a bere, con uno sforzo di volontà aveva dominato per oltre vent’anni la sua passione. L’odiata guerra, l’attentato in cui per poco non aveva perduto la vita, le continue preoccupazioni lo sottoponevano a una costante tensione nervosa, e aveva bisogno di dimenticare per un attimo gli amari tormenti. Del resto, tutta Pietroburgo, tutti coloro che avevano un minimo di denaro, si buttavano in gozzoviglie ininterrotte, come se presentissero d’avvero l’avvicinarsi della fine. Come avrebbe potuto Rasputin, che aveva assorbito tutte le correnti del paese e della capitale, non immergersi sfrenatamente in un ultimo baccanale?. “Sono stanco. Ho un presentimento di disgrazie”, diceva.

Il 2 Gennaio 1915 Rasputin è riuscito a non far morire anche l’amica intima della imperatrice, Vjrubova fu coinvolta in un incidente ferroviario.Quando è stata estratta dalle lamiere i medici dissero: sta morendo. Inutile muoverla, con fratture delle gambe e della colonna vertebrale. Le venne data l’estrema unzione. La zarina telefonò a Rasputin che corse al suo capezzale. Si è concentrato al punto che il sudore gli scorreva per la faccia, ripeteva “Annuska, Annuska” alla fine l’inferma aprì gli occhi. Rasputin disse, vivrà, ma resterà immobilizzata. La Vjrubova visse per sei mesi coricata sulla schiena, poi con la sedia a rotelle e più tardi con le stampelle.

Nel suo appartamento di Goroxova 64 a Pietrogrado c’era sempre un grandissimo numero di visitatori sin dal mattino e fino a sera tardi. Sono di tutti i tipi, età e posizione. Quando si apre la porta del suo appartamento si può vedere la fila nell’anticamera, e per mancanza di spazio alcuni aspettano fuori, sul pianerottolo, poi sul cortile e addirittura sulla strada. I suoi visitatori venivano giornalmente da lui con richieste e preghiere. In molti casi faceva tutto gratuitamente, ma in altri prendeva denaro, quello che gli veniva offerto, fosse molto o poco. Non aveva né tariffa fissa, né esigenze. Rasputin distribuiva molti soldi ai poveri, non dava importanza al denaro che riceveva. Nel suo passato era capitato frequentemente di mendicare, di vivere di carità nei monasteri, negli ospizi per pellegrini poveri o presso contadini agiati. Era in genere un imprevidente che viveva giorno per giorno, il suo avvenire lo interessava poco. Alla sua morte, la mogli e i suoi figli si erano trovati in difficoltà perché in casa Rasputin c’erano pochi soldi, lo zar regalò loro una consistente cifra per continuare a vivere con decoro.

Rasputin era un uomo che non viveva su questa terra, un essere superiore, ogni cosa che faceva era al di sopra del normale. Fino alla sua morte collaborò sempre con lo zar e i suoi ministri per porre fine alla guerra. Tra i consigli che Rasputin prodigava allo zar, numerose raccomandazioni riguardavano essenzialmente il prestigio dei sovrani e l’integrità del potere. Molti interventi di Rasputin presso la corte riguardavano la misericordia, raccomandando allo zar di non perseguitare i tartari, di aiutare i bisognosi con riforme giuste. Altri interventi presso lo zar riguardavano l’attribuzione di portafogli ministeriali e la nomina ad alte cariche burocratiche. Le scelte di Rasputin ubbidivano sia a criteri di carattere personale, sia a criteri politici, ma non sempre lo zar accettava i suggerimenti suoi. Era diventato il consigliere numero uno dello zar, oltre a essere il suo personale ministro di Dio. Nei suoi consigli Rasputin dava prova di grande sensibilità; frequentava gente molto diversa e le conclusioni che ne traeva erano più pertinenti di quelle degli specialisti che frequentavano soltanto gente della propria casta.

Nei manoscritti trovati nel museo Rasputin di Pakrovskoe, si legge che per molti anni della sua vita egli fu una persona debole, soffriva molto di insonnia. Dai 15 ai 28 anni Rasputin dormiva pochissimo, a volte non dormiva addirittura per 40 notti. Nonostante i suoi problemi di salute egli fece molti pellegrinaggi a piedi in tutta la Russia, arrivando perfino in terra santa. Durante il suo pellegrinaggio in terra santa che durò due anni e mezzo Rasputin praticamente ha cambiato la sua personalità.

All’età di vent’anni Rasputin ha sentito il richiamo di recarsi in pellegrinaggio al monastero ortodosso di Monte Athos in Grecia. Nonostante sua moglie fosse contraria a lasciarlo andare per un così lungo periodo, non poté fare altro che dargli la sua benedizione. Rasputin sentiva che doveva seguire i suoi istinti religiosi e la sua fede in Dio. Niente lo avrebbe fermato in questa sua ricerca di verità spirituale.

Rasputin partì per un lungo viaggio insieme a un amico Petcherkin. Un pò di vestiti e cibo che bastava appena per tre giorni, i due giovani partirono a piedi da Pakrovskoe, attraversarono gli Urali fermandosi nei villaggi per riposare di notte, ospitati dai contadini che li nutrivano e aiutavano. I due amici camminavano dieci miglia al giorno e bussavano alle porte dei contadini chiedendo cibo e acqua.. Rasputin, essendo un contadino anche lui sapeva di poter contare su di loro e a sua volta ebbe occasione di incontrare molte persone malate e morenti tra i contadini. Proprio tra queste persone Rasputin si rese conto di essere un uomo mandato da Dio. Faceva lunghe preghiere concentrandosi davanti ai corpi malati e morenti, alla fine era esausto e sudato, ma felice di aver aiutato e qualche volta guarito i sofferenti. E quando i familiari dei malati si inginocchiavano davanti a lui per ringraziarlo, lui diceva semplicemente “è opera di Dio, non mia”. Da qui la sua fama di guaritore ha iniziato a espandersi per tutta la Russia.

Lungo il cammino verso Monte Athos i due amici si soffermavano nei vari monasteri, dove hanno trovato ospitalità e ascoltato la messa dei monaci. Attraversarono gli Urali, il lungo fiume Volga, il mar Nero, la Romania e infine la Grecia dove si trova il famoso monastero Monte Athos. Lungo il viaggio di andata che è durato più di dieci mesi attraverso sacrifici fisici e umani, Rasputin era attratto da tutto quanto vedeva e dalla natura che lo circondava principalmente il luogo sacro dove sorge il monastero di Monte Athos a 6.000 piedi di altezza.

Nel monastero maschile di Monte Athos era permesso l’ingresso a solo coloro che portavano una lunga barba come marchio visivo della loro mascolinità, perfino gli animali domestici erano tutti di sesso maschile. All’inizio della sua permanenza al monastero Rasputin era radiante e felice di soggiornare in un luogo sacro così famoso, il cuore della religione ortodossa. Il suo amico Petcherkin ha subito abbracciato l’idea di farsi monaco e prepararsi a prendere i voti. Ma Rasputin ebbe una sgradevole sorpresa quando vide in mezzo ai cespugli del giardino, due monaci in visivi atteggiamenti di omosessualità. Questo fatto gli ha talmente scioccato che Rasputin se ne andò per sempre da quel luogo, nominandolo per sempre come un luogo di vizio innaturale. Dopo aver lasciato Monte Athos Rasputin continuò da solo il suo viaggio a piedi verso Jerusalem la terra promessa. Egli vi ritornò ancora una volta 20 anni dopo quando già abitava a Pietrograd. In uno dei suoi scritti disse: “ è meglio visitare Jerusalem una volta sola nella vita per poter meglio apprezzare il suo valore storico e spirituale. La prima volta che vedi Jerusalem sei coinvolto da una gioia profonda, ma la seconda volta, inizi a criticare e talvolta a discredere. Così Rasputin nei suoi scritti ha sempre parlato solo del suo primo viaggio in terra santa.

Aveva viaggiato sempre a piedi, trovandosi per la strada in povertà e sconforto senza cibo sufficiente e vestiti puliti, trovandosi talvolta in pericolo per tutto quel tempo, Rasputin ha dimostrato di essere un uomo molto forte spiritualmente.

Dei tanti pellegrinaggi che Rasputin fece anche in giro per la Russia, ha visitato monasteri in lungo e in largo, quello che lui amava di più era il monastero di Kazan.

Rasputin è rimasto radiante di gioia nell’ammirare per la prima volta l’icona originale della Madonna nera di Kazan, tale e quale come lui la vide nelle sue visioni. Lui amava recarsi in preghiera nel monastero di Bogoroditskj, costruito nel 1579 per ospitare eternamente l’icona sacra della Madonna nera di Kazan. Questa famosa icona è stata trovata intatta dopo l’incendio che bruciò completamente la chiesa dove essa si trovava a Bogoroditskj. Dopo il ritrovamento dell’icona tra le ceneri, la Madonna di Kazan divenne la più venerata in tutta la Russia. Si è avverato un miracolo senza precedenti, infatti l’icona fu ritrovata intatta con il volto suo e del bambino Jesù neri dal fumo.

Rasputin ha passato molto tempo da solo meditando e pregando per trovare l’essenza di se stesso, ed ogni volta che ritornava a Pakrovskoe sembrava un uomo diverso.

Ogni persona che lo ha incontrato lo considerava un uomo saggio, come qualcuno di cui si può fidare, aveva nei confronti di tutti parole di conforto e riusciva ad aiutare molti malati con le sue preghiere.

Rasputin era un uomo semplice, dai modi gentili e educati e questo faceva si che le persone nutrivano simpatia per lui. Era convincente e sincero quando parlava di religione anche se non è mai stato un monaco. La sua fama cominciò a espandersi anche tra le famiglie più ricche di Russia. Quest’uomo, contadino venuto dalla Siberia dalla barba e capelli lunghi, vestito in modo semplice, incominciava a incontrare persone influenti ai rami più elevati. Erano attratti da lui, dal suo fascino carismatico, dagli occhi penetranti e dai modi gentili che lo differenziavano dagli altri uomini. La sua dote naturale di prevedere il futuro, la sua grande fede che lo aiutava a guarire le persone, furono le principali componenti che lo resero famoso tra gli ambienti aristocratici all’inizio del XX secolo. Tutti erano disposti ad aprire le porte della propria casa per ospitare Rasputin, che era diventato per tutti un consigliere, un uomo di Dio, un Santo, un guaritore o semplicemente un “amico”.

Rasputin ebbe tre figli con la moglie Prascovje. Dimitrj nato nel 1895, Marija nel 1898 e Varja nata nel 1900. Dimitrj è morto in miseria a Tabolsk nel 1933, la prima figlia Marija è riuscita a emigrare all’estero durante la rivoluzione e non si hanno notizie sulla sorte diVarja.

Rasputin è stato accusato varie volte per abusi sessuali, ma anche le sue accusatrici erano spesso contraddittorie con se stesse e le denuncie non furono mai prese nella dovuta considerazione.

Introduzione di Rasputin alla corte dello zar

Rasputin fu presentato alla famiglia reale dalla Gran Duchessa Milista il 1 Novembre 1905 nella residenza di Tsarskoe Selo, palazzo Alexandriiskj. Insieme alla duchessa c’era anche il più alto rappresentante del clero ortodosso l’Archimandita Feofan.

Già prima di essere presentato a corte Rasputin aveva predetto la nascita di un figlio maschio allo zar, erede al trono. Infatti le predizioni di Rasputin si sono avverate quando il 12 Agosto 1904 è nato il principe ereditario Aleksej. Tuttavia il bambino era nato con una grave malattia ereditaria emofilia. Fu proprio grazie alla malattia del bambino che Rasputin diventò in seguito l’uomo più amato dallo zar e dalla zarina.

L’unica vera ragione che ha influenzato lo zar e la zarina ad accettare e apprezzare le doti di Rasputin, fu la malattia ereditaria del loro unico figlio maschio Aleksej.

L’emofilia, è una malattia sanguinea ereditaria che può essere trasmessa dalla parte della madre, portatrice sana del gene malato. Le donne possono essere portatrici sane e raramente loro stesse soffrono di questo male. La malattia viene trasmessa ai figli maschi (non a tutti) i quali sviluppano il male. Le figlie femmine possono essere portatrici, ma anche qui non tutte. L’imperatrice ha ricevuto il gene malato da sua madre che era una nipote della regina Vittoria, la quale anche lei era portatrice sana del gene. La prima volta che Rasputin fu chiamato per curare il bambino, Aleksej aveva appena tre anni, affetto da una emorragia inarrestabile, circondato dai medici di corte. Rasputin arrivò a Palazzo chiamato dalla Gran Duchessa Anastasia, subito si mise in ginocchio a pregare. Dopo lunghe ore di intensa preghiera il bambino aprì gli occhi e iniziò a parlare. Questo fu per tutti i presenti un vero miracolo, e lo fu ancora di più per i genitori.

Il 28 Settembre 2003 ho intrapreso un viaggio in Siberia per visitare il villaggio nativo di Rasputin. Ho avuto il piacere di incontrare a Pakrovskoe molte persone interessanti, tra queste, un uomo di nome Vladimir Ivanovich Plesovskiy che mi ha gentilmente ospitato nella sua casa, mi diede del cibo e mi regalò un libro sul segreto di Rasputin, una vera reliquia pubblicato nel 1924 a Leningrado, cioè 8 anni dopo la morte di Rasputin. Il libro si intitola “Il segreto di Rasputin”, scritto da H.H.Evreinov. Voglio elencarvi alcune rivelazioni interessanti di questo libro che inizia con queste parole: --“IL SANTO!”. È vero che Gregorij Efimovich Rasputin sia Santo? Questa domanda fu rivolta a Nicola II da suo figlio Aleksej prima che Rasputin fosse stato assassinato, nominandolo come “padre Grigorij”, “amico” o semplicemente “lui”. Quando Aleksej ha rivolto questa domanda a suo padre, vicino a loro, seduto a tavola c’era anche l’arciprete O.A. Vaciljev. Nicola II spesso si rivolgeva all’esimio Vaciljev e anche allora, lo pregò di rispondere alla domanda del piccolo principe. L’Arciprete Vaciljev pensò per un momento prima di rispondere e poi disse: La verità è dentro di noi. Se tu veramente credi che Rasputin sia un Santo, vuol dire che per te, è un Santo.

- Nicola II rivolgendosi a uno dei suoi aiutanti disse una volta: Quando ho una preoccupazione, un dubbio o qualcosa di inquietante, mi basta parlare 5 minuti con Grigorij e subito mi sento sollevato e tranquillo. Lui ha sempre la parola giusta e mi dice sempre quello che vorrei sentire. Quell’uomo mi dà un senso di serenità.

- Ma in realtà chi era quel contadino venuto da un misero villaggio del governatorato di Tabolsk in Siberia e che era diventato una delle persone più influenti nella corte dello zar. Nicola II vedeva in Grigorij Efimovich Rasputin un uomo di Dio, un Santo, un salvatore ai problemi della Russia, e non solo lui, anche molti politici, personalità del mondo religioso e del popolo aspettavano una specie di Messia che venisse a risolvere i problemi del paese.

- Spesso la stampa dell’epoca metteva in ridicolo la figura dello zar e della zarina e non di rado si vedevano volantini che raffiguravano Rasputin manipolando i reali di Russia. Ma lo zar non ha mai dato importanza ai pettegolezzi della stampa locale, lui asseriva di conoscere bene Rasputin e sapeva che tutta la propaganda denigrante contro Rasputin, era frutto di invidia. I consiglieri più vicini allo zar spesso consigliavano di far allontanare Rasputin da Pietrogrado, facendolo ritornare per sempre nel suo villaggio in Siberia. Ma lo zar non avrebbe mai fatto una cosa del genere a colui che era considerato dalla famiglia Romanov, un uomo mandato da Dio.

23 giorni prima dell’assassinio di Rasputin, lui scrisse la seguente lettera:

“Scrivo e lascio davanti a me questa lettera a Pietrogrado. Sento che lascerò la vita terrena prima del primo di Gennaio. È mio desiderio far sapere al popolo russo, al padre, alla madre (Rasputin chiamava padre e madre lo zar e la zarina) ai figli, alla terra di Russia quanto sarà importante capire che se sarò assassinato da comuni assassini provenienti dal popolo, voi reali di Russia non avrete niente da temere, rimarrete nel vostro trono e governerete e altresì si dica per i vostri figli che regneranno per centinaia di anni in Russia. Ma, se sarò assassinato dai boiardi o persone della nobiltà, potrete star certi che essi saranno avvolti dal mio sangue e per venticinque anni essi non riusciranno a lavare il mio sangue dalle loro mani. Essi lasceranno la Russia, i fratelli si ammazzeranno e si odieranno fra di loro e per venticinquenni non ci saranno più nobili in Russia. Zar della terra Russa, se ascolterai il suono delle campane annunciando che Grigorij è stato assassinato, dovete sapere questo: Se sarà stato qualcuno dei vostri parenti che ha firmato la mia sentenza di morte, allora nessuno della vostra famiglia, figli e parenti resterà vivo per più di due anni dopo la mia morte. Essi saranno ammazzati dal popolo russo… Io sarò assassinato, non farò parte per molto dal mondo dei vivi. Pregate, pregate e siate forti e degni del vostro blasone”.

Questa lettera fu indirizzata alla zarina Alexandra Feodorovna il 7 Dicembre 1916. Rasputin fu ammazzato da un nipote dello zar, principe Felix Jussupov nella notte tra il 16 e il 17 Dicembre 1916. 19 mesi dopo, il 16 Luglio 1918 la famiglia Romonov fu sterminata dai bolscevichi.


PIETROGRADO: NOTTE TRA IL 16-17 DICEMBRE 1916

Rasputin fu assassinato nella notte tra il 16 e il 17 Dicembre 1916. E’ stato assassinato in modo veramente barbaro e disumano dai nobili di corte. Il principe Felix Jussupov, il granduca Dimitrj Pawlovich, il deputato Purishkevich e il medico Lazawert decidono di sopprimere Rasputin per il bene della patria. Il principe fece credere a Rasputin che la propria affascinante e giovane moglie volesse sottoporsi a un trattamento ipnotico e Rasputin “tradito dalla lussuria, sperando di procurarsi una nuova amante”, accettò l’invito, pur sapendo che qualcosa stava per accadere. Fu invitato a Palazzo Jussupov alle ore 23.00, Rasputin abitava a un paio di kilometri di distanza dal palazzo, si è recato a piedi e da solo a quell’ora tarda di notte, indossando il suo solito abito nero, lunghi stivali e camicia bianca di seta. Fu ricevuto personalmente dal principe e invitato a scendere nella cantina con la scusa che Irina era al primo piano con altri amici di corte, di proposito avevano messo un grammofono a suonare musica a massimo volume. Arrivati in cantina il principe invitò Rasputin a mangiare i pasticcini e bere madera. Egli accettò i pasticcini, e il liquore all’acido prussico in dosi industriali offerti dal generoso principe e… lamentò solo qualche bruciore di stomaco. Allora il principe decise di sparargli, lo colpì al petto, ma Rasputin non morì. Come in una sequenza dell’orrore, nel momento in cui il principe si inchinò per verificare se Rasputin fosse morto, egli lo afferrò alla gola per strangolarlo. Il principe impazzito dalla paura corse di sopra a chiamare aiuto agli altri del complotto. Quando tutti scesero in cantina, videro che Rasputin non c’era più. Corsero in cortile e lo videro che cercava di scappare, a questo punto incominciarono a sparargli alla impazzata, Rasputin cade a terra. I colpi di pistola lo avevano raggiunto in varie parte del corpo. Si avvicinarono al corpo senza vita di Rasputin e non contenti i signori della più alta nobiltà russa, iniziarono a sferrare una serie di calci nel viso inerte di Rasputin. Poi lo legarono mani e piedi, lo avvolsero in un tappeto e lo portarono nella Neva buttandolo giù dal ponte Petrovskij, nelle acque ghiacciate del fiume. Qualcuno ha visto la scena ed avvertito la polizia che è andata a ripescare il corpo di Rasputin dopo due giorni. Si concludeva la sua avventura terrena.

Inverosimilmente Rasputin sotto le acque gelide della Neva era ancora vivo e cercò disperatamente di liberarsi dalle corde che lo legavano mani e piedi. Infatti, quando lo tirarono su, il suo corpo presentava una posizione con le mani alzate e la mano destra con le dita unite a forma di segno della croce.

Nonostante le sue oscure premonizioni non potè fare a meno di andare all'appuntamento con la morte. Rasputin ha favorito i congiurati restando però vittima di se stesso, della propria insaziabilità, della propria amoralità. Insomma, si è scritto il suo destino da solo. E pensare che era un veggente!

“Il 19 Dicembre 1916, in quell’ultimo Dicembre dell’impero Romanov, un cadavere affiorò sotto il Petrovskij most nel canale Malaja Nevka, a Pietrogrado. Era coperto di una crosta di ghiaccio e aveva il viso sfigurato. La cosa più sconvolgente, però, erano le mani, legate ma tese verso l’alto. Perché laggiù, nell’acqua ghiacciata, quella persona misteriosa, benché ferita a morte, era ancora viva, cercava di liberarsi dalle corde.”

Curiosità: l’epiteto nel quale più comunemente si incappa quando si legge di Rasputin è demonio. Il numero che gli occultisti assegnano alla “bestia”, ovvero al demonio, è 666. Sapete qual era il numero telefonico di Rasputin? 646.46.

E la sua protettrice, la zarina Alexandra Fiodorovna, sapete quando è nata? Il 6 Giugno alle ore 6, come si dice 6.6.6., ed ancora aggiungo io (Antonio) Rasputin abitava al n. 64 di Goroxova a Pietrogrado. E qualcuno non vuol sentire parlare di coincidenze! Inoltre è stato assassinato il giorno 16…..ancora il numero 6 di mezzo e lo zar fu assassinato anch'esso il giorno 16.

Ho incontrato un discendente di Rasputin a Pakrovskoe, questa è la sua casa.
Quel signore con la barba fotografato insieme a me, pronipote di Rasputin, stessi occhi, stessa barba, stessi capelli, stesso sguardo ipnotizzante di Rasputin…si chiama Viktor!

Ho fatto un lungo viaggio in Siberia, forse meglio dire, un lungo pellegrinaggio alla ricerca del villaggio natale di Gregorij Efimovich Rasputin, un uomo odiato e amato da tanta gente, considerato il demonio. A dire il vero, ho letto tanti libri su Rasputin scritti in italiano, russo e inglese ma io non ho mai creduto che fosse stato un malvaggio, anzi ho sempre visto Rasputin dal lato buono ed è proprio per questa ragione che ho voluto conoscere qualcosa di più di quanto si legge sui libri e ancora peggio di quanto si scrive sulle enciclopedie, che dovrebbero essere ambasciatrici di verità, mentre su Rasputin hanno scritto tante menzogne..... Sono arrivato nel villaggio Pakrovskoe, dopo aver fatto un lungo viaggio in treno che mi portò prima alla città di Perm, poi a Tjumen in Siberia Occidentale. Arrivando a Tjumen, capitale della oblast omonima, ho iniziato subito a chiedere ai taxisti dove si trovava il villaggio Pokrovskoe. Ho incontrato un taxista molto disponibile e dopo aver contrattato per 1.000 Rubli il percorso in macchina andata e ritorno, siamo partiti finalmente per Pakrovskoe. Il villaggio si trova a 87 Km. a nord di Tjumen sulla strada che porta a Tobolsk, una volta capitale del governatorato di Tabol dove tra l'altro fu portato lo zar Nicola II e la sua famiglia, già agli arresti dai bolscevichi. Entrando nel villaggio ho avuto subito la sensazione di incontrarmi in un luogo molto speciale, mi pareva che il mondo si fosse fermato a cento anni fa, le stesse case in legno, antiche e decadute, le stesse strade di terra battuta piena di buchi, lo stesso ufficio postale dell'epoca di Rasputin. Mi sembrava di sognare per quanto avevo il piacere di vedere, mi sembrava di vedere Rasputin ad ogni angolo di strada. Sono entrato nell'ufficio Postale dove ho subito scritto un paio di cartoline, mai arrivate a destinazione, come testimonianza della mia presenza in questo luogo sperduto della Siberia. L'impiegata postale quando ha saputo che ero italiano mi ha chiesto il perché della mia presenza a Pokrosvkoe. Io le ho risposto che è stata la mia ammirazione per Rasputin che mi aveva portato fin lì, essa mi ha subito detto che a Pokrosvkoe c'era un museo dedicato a Rasputin e gestito da uno storico che abitava a Tjumen, poi mi ha detto che proprio vicino abitava un lontano parente di Rasputin che gli assomigliava molto, il quale io le ho chiesto subito dove avrei potuto incontrare questo personaggio misterioso ai giorni d'oggi. Gentilmente l'impiegata della posta, una signora dai dati somatici tipicamente siberiani mi indicò la casa. Mi sono recato subito a bussare alla porta del lontano parente di Rasputin, ma la casa era vuota.

Ho curiosato un pò dalla finestra se c'era qualcuno, ma dentro quella casa c'era solamente desolazione e miseria. Il tetto cadeva a pezzi, le finestre con i vetri rotti (mi domandavo come si poteva vivere in quelle condizione principalmente durante i rigidi inverni siberiani). Guardando dalla finestra ho visto il vuoto e la miseria che c'era dentro, pane secco un pò da per tutto, topi secchi appesi in cucina (forse la persona che abitava li mangiava anche i topi per sfamarsi). Mi aspettavo di trovare qualcuno ma purtroppo non c'era nessuno, ma non disperavo di cercare, sapevo che avrei trovato a Pokrovskoe quello che cercavo, avevo fiducia in me stesso, sentivo che era nell'aria la presenza di Rasputin. Mentre guardavo la casa da fuori, mi si è avvicinata una donna anziana, forse aveva 80 anni e mi chiese cosa stavo cercando. Io le rispose che cercavo la persona che abitava in quella casa, lei mi disse che proprio vicino abitava sua sorella e che la sorella avrebbe potuto aiutarmi. Poi mi si è avvicinato il figlio di questa signora, in auto, anche lui incuriosito mi chiedeva cosa mi ha portato a Pokrovskoe. Anche lui a cercato di darmi dei consigli per continuare le mie ricerche e lui stesso mi invitò a casa sua, nel caso avesse bisogno di soggiornare per la notte. Mi disse, vada a parlare con la sorella di Viktor, così si chiamava il lontano parente di Rasputin e poi se ha bisogno venga a trovarmi, indicandomi dove abitava. Ecco! Quello è stato il segnale che io, forse inconsapevolmente sapevo di trovare, quelle stesse persone mi hanno fatto passare dei momenti meravigliosi a Pokrovskoe, offrendomi la propria spontanea ospitalità, gentilezza e disponibilità. Lui stesso Vladimir, mi ha detto che il museo Rasputin era chiuso ma che avrebbe chiamato personalmente il gestore del museo che abitava a Tjumen, per aprirlo all'indomani apposta per me. Essendo circondato da tanta brava gente che mi cercava di aiutare in tutti i modi, ho detto al taxista che non sarei ritornato con lui a Tjumen. Sono andato a bussare alla porta della sorella di Viktor il lontano parente di Rasputin, anche lei mi ha ricevuto gentilmente e mi spiegò che suo fratello era al mercato a vendere patate. Insieme alla sorella e al taxista siamo andati alla ricerca di Viktor. Lo abbiamo incontrato sulla strada come un mendicante, il mercato non era altro che la strada rurale dove lui ogni giorno si piazza per vendere le sue patate nella speranza di guadagnare qualche rublo. Quando l'ho visto, mi sono avvicinato a lui e sembrava di aver d’avanti a me Gregorij Efimovich Rasputin. La stessa statura, la stessa barba, gli stessi capelli, lo stesso viso e gli stessi occhi azzurri penetranti di Rasputin. Potete immaginare la mia emozione, l'ho invitato immediatamente a venire con me. Le ho detto lasci le patate e andiamo a casa sua, dobbiamo parlare di tante cose, mi inviti a prendere il te a casa sua. Lui, vedendo il mio interesse ha accettato di venire con me, abbiamo ripreso il taxi, ci siamo fermati in un piccolo negozio rurale, le ho detto Viktor, compri quello che vuole, oggi sarà un giorno di festa per Lei e per me.

Ha preso con modestia poche cose, lo stretto necessario di cui avevamo bisogno per passare un paio d'ore insieme, naturalmente non mancava la bottiglia di Vodka. Ma qui, ho capito quanto da sempre io sapevo sui russi, sono poveri ma orgogliosi di se stessi, non ha voluto esagerare negli acquisti, mi ha detto: non ho bisogno di altro. Siamo andati in casa della sorella che ci ha ospitato gentilmente. Ho mandato il taxi via, a quel punto ero sicuro che sarei rimasto a Pokrovskoe fino a domani. Viktor mi disse, aspetti che vado a vestirmi come si vestiva Rasputin. Dopo dieci minuti è entrato nel piccolo salotto, modesto e nudo della sorella. Abbiamo iniziato a parlare di Rasputin, lui sapeva tutto su Rasputin, tutto di quanto di buono si possa immaginare, mi ha raccontato tantissime cose, tante delle quali sapevo già ma ho avuto il piacere di aver la conferma dalla bocca di un suo presunto lontano parente. L'ho fotografato e filmato in tutti i modi. Viktor....... era vestito con la tipica casacca del contadino russo tanto amata da Rasputin, indossava stivali neri tale e quale Rasputin. Poi siamo seduti fuori nel piccolo cortile, ed ho iniziato ad intervistarlo. Abbiamo fatto una lunga conversazione su Rasputin, Viktor era un contadino colto, infatti mi ha detto che aveva fatto le scuole superiori, si sentiva perfettamente dal modo corretto come parlava. Era uno studioso di Rasputin per cui mi ha raccontato tanti fatti veri accaduti proprio a Pokrovskoe, per esempio mi raccontò di una donna che fu curata da Rasputin quando aveva appena 8 anni e soffriva di un male incurabile, la donna ha vissuto fino a 106 anni. Mi raccontò che Rasputin veniva spesso nel suo villaggio natale e portava doni e denaro ai poveri, se qualcuno le chiedeva 100 lui dava 200, aiutava sempre i bisognosi. Con i soldi che guadagnava a Pietrogrado fece costruire una chiesa a Pokrovskoe, distrutta durante l'epoca sovietica, in quello stesso luogo fu costruito un edificio dove ora esiste un club. Mi raccontò che Rasputin ha avuto nove fratelli di cui solo due sopravissuti. Lui e la sorella. Anche lui ha avuto molti figli, 5 per essere esatti ma anche lui perse due figli in tenera età. Due femmine ed un maschio sono sopravissuti a lungo, il suo figlio maschio Dimitrj è morto a Tabolsk nel 1933 di desinteria. Mi raccontò anche che Rasputin fu accoltellato da una giovane donna nel 1914. Era una ragazza malata di mente e soffriva di sifilide. Rasputin è stato ferito con due coltellate allo stomaco, fu immediatamente curato dai medici di Pokrovksoe nella sua abitazione e portato due giorni dopo in battello lungo il fiume Tura a Tjumen, dove è stato ricoverato per molto tempo. Fotografie della sua degenza si possono vedere nel museo Rasputin. Mi raccontò anche che lo zar e la sua famiglia, si sono fermati ben due volte a Pokrovksoe. Ironia del destino, lo zar è stato portato proprio a Tabolsk in esilio forzato. Nel suo viaggio verso Tabolsk lungo il fiume Tura lo zar chiese di fermarsi per visitare la casa natale di Rasputin insieme alla sua famiglia. La seconda volta che lo zar chiese di visitare la casa di Rasputin fu nel suo viaggio di ritorno, quando la scorta bolscevica lo portò a Ekaterimburg, dopo poco tempo fu assassinato. Anche durante il passaggio lungo la strada che porta a Tjumen, lo zar chiese che lo facessero fare una preghiera davanti alla casa di Rasputin. Sappiamo tutti quanto lo zar e la zarina amavano Rasputin, lo consideravano il loro ministro di Dio, ministro di fede, ministro confessore. Infatti lo zar diceva di aver tanti ministri, uno dei quali proprio Rasputin che lo considerava il suo ministro di fede. Rasputin chiamava lo zar padre, e la zarina madre perché li considerava il padre e la madre di tutti i russi. Mi raccontò anche che quando Rasputin è morto non ha lasciato soldi alla sua famiglia, perché in vita tutto quanto le davano lui regalava ai poveri e alla chiesa di Pokrovskoe. Lo zar diede una ingente somma di denaro alla moglie di Rasputin per poter continuare a mantenersi.

Mi raccontò anche che Rasputin aveva smesso di bere per molti anni e che avrebbe ricominciato due anni prima della sua morte. Rasputin non ha mai voluto chiedere incarichi politici allo zar, perché era per loro un ministro di Dio. Fu ammazzato per invidia da un complotto formato dai nobile di corte, il principe Jussupov nipote dello Zar, il gran Duca Dimitrj ambedue omosessuali e amanti, dal politico Puriskievich e dal medico Lazawert. Invidia per quello che rappresentava e per la fiducia che la famiglia imperiale aveva in lui. Inoltre il Gran Duca voleva sposare una delle figlie dello zar Tatjana. Rasputin consigliò lo zar di impedire questo matrimonio che avrebbe avuto la stessa fine del matrimonio del principe Jussupov con la bella Irina. Un matrimonio poco consumato, perché il principe era omosessuale. Intrighi, invidia e complotti massonici furono la vera trappola che fecero ammazzare Rasputin. Non dimentichiamo, mi raccontava Viktor che proprio il principe Jussupov era un gran maestro della massoneria di Pietrogrado, varie volte curato da Rasputin per motivi psichici. Rasputin abitava in un appartamento situato nel centro storico di Pietrogrado nella via Goroxova 64. Uno degli assassini di Rasputin, il principe Jussupov era uno degli uomini più ricchi di tutta la Russia, morì a Parigi il 27 Settembre 1967, 51 anni dopo l'assassinio di Rasputin. Era riuscito a fuggire in Francia all'epoca della guerra civile ed è anche riuscito a fare una ulteriore fortuna scrivendo libri sui racconti della morte di Rasputin. Il Gran Duca è morto in Siberia dove era fuggito ed il politico Puriskievich anche lui è morto alcuni anni dopo per morte naturale. Persone di tutta la Russia venivano da Rasputin per avere una parola di conforto, un aiuto morale o finanziario. Con le sue preghiere è riuscito a guarire tanta gente, lui stesso diceva che il suo era un dono che veniva dalla gran fede nella Madonna di Kazan. Le sue energie le venivano date dalla gran fede nella Madonna, e quando riusciva a curare qualcuno lo faceva pregando, dopo immensi sforzi mentali, alla fine lui stesso era esausto ma soddisfatto di quanto faceva. Così fece con il figlio dello zar Aleksej, sofferente di emofilia, fu curato da Rasputin varie volte. La seconda volta che Rasputin curò il bambino, che non avrebbe avuto più di 15 anni di vita, lo fece trovandosi lontano da Pietrogrado. La zarina lo chiamò pregandolo di fare qualcosa per suo figlio e Rasputin le disse: non temere, tuo figlio non morirà e dopo alcune ore il bambino si è alzato dal letto di morte andando incontro alle braccia del padre. Tutti fatti che io sapevo già e che mi sono stati confermati da Viktor. Rasputin, cosi enigmatico e affascinanti sapeva appena leggere e scrivere ma era molto erudito per quanto riguarda la religione, sapeva più dei monaci stessi. Si dice che appartenesse ad una setta religiosa starec ma Rasputin lo ha sempre negato. I seguaci di questa setta andavano di villaggio in villaggio portando la parola di Dio. Rasputin fece dei lunghi pellegrinaggi in vari monasteri della Russia. Quando viveva ancora a Pokrovskoe andava spesso a piede al monastero di Obalak vicino a Tabolsk. Il villaggio Pokrovskoe si presenta ai giorni d'oggi com'era ai tempi dell'infanzia di Rasputin. Figlio di contadini, aiutava suo padre nei campi siberiani. Ho ripercorso le stesse strade di terra battuta, le stesse case in decadenza ma purtroppo la casa di Rasputin non esiste più. Anch'essa fu abbattuta dai sovietici per cancellare ogni traccia di quest'uomo. Qui fu costruita un'altra casa, anch'essa modesta e abbandonata. Davanti, si trova un edificio, antico ospedale di Pokrovskoe dove ora c'è il museo Rasputin. Il museo è custodito da Vladimir, storico e appassionato di Rasputin che per lunghi anni fece una raccolta meravigliosa, a testimonianza di quanto ha fatto quest'uomo per la povera gente. Ho visitato il museo, Vladimir è venuto apposta da Tjumen per aprire il museo per me, mi ha fatto vedere i certificati di nascita originali di Rasputin, alcune foto originali d'epoca, mobili e tante testimonianze della vita di Rasputin. Anche Vladimir confermò la mia teoria, ciò è che Rasputin non è mai stato un demonio, un malfattore, un perverso Don Giovanni, come viene ricordato oggi. È stata tutta una montatura politica, propaganda negativa. Addirittura mi raccontava Viktor che solo alcuni anni fa, nel paese poco si sapeva di Rasputin, a parte quello che si sentiva dai vecchi discendenti di quell'epoca. È stata cancellata una pagina di storia della Russia che per fortuna oggi giorno tutto viene chiarito, grazie a studiosi come Vladimir il direttore del museo. Non lontano dal museo c'è lo stesso ufficio postale dove Rasputin usava mandare i suoi telegrammi alla zarina. Non lontano dal luogo dove sorgeva la casa di Rasputin, c'è il piccolo lago vicino al fiume Tura, dove Rasputin ha perso suo fratello mentre stavano pescando nelle acque gelide del lago. La lastra si è spezzata e sono caduti tutte due in acqua. Rasputin aveva 8 anni, suo fratello ne aveva 6. Rasputin è riuscito a portare a riva il fratello ma ormai privo di vita. Rasputin forte com'era si è salvato dopo settimane di coma, tuttavia questo triste fatto ha lasciato dei segni in quel bambino di 8 anni, da quel momento Rasputin avrebbe ricevuto dei poteri sopranaturali che lo resero famoso e che lo portarono perfino alla corte dello zar.

Osservando le fotografie esposte nel museo ho potuto guardare con attenzione in particolar modo la foto del corpo di Rasputin, quando è stato tolto dalle acque gelide del fiume Neva. Voglio raccontare quello che mi ha incuriosito guardando quella foto. Ho chiesto a Vladimir, perché il corpo gelido di Rasputin si presentava in quel modo, cioè con le mani alzate ed i pantaloni tirati giù. Incredibile ma vero, guardando la foto si può benissimo capire che Rasputin quando è stato buttato nel fiume non era morto del tutto, nonostante i vari colpi di pistola inflittoli in tutto il corpo, addirittura due colpi alla fronte, nonostante i calci sferratogli dagli assassini dopo che era inerte disteso a terra morto. Ma in verità, quest'uomo cosi forte nel fisico e nell'anima, non era morto del tutto. È stato legato mani e piedi, avvolto in un tappeto e buttato giù nel fiume. Ebbene, credete o non, la fotografia del corpo di Rasputin ci mostra che quest'uomo, sotto le acque gelide del fiume ha ancora cercato di liberarsi dalle corde che lo avvolgevano. Si nota infatti i pantaloni tirati giù, come se volesse liberarsi dalle corde che lo legavano ai piedi e ancora più sconcertante il fatto che il suo corpo gelido si presenta con le mani alzate e le ditta della mano destra unite, come di solito i credenti ortodossi si fanno il segno della croce. Questo vuol dire che Rasputin, fino all'ultimo secondo della sua vita si aggrappò alla gran fede nella sua Madonna di Kazan, e come atto di ultima speranza voleva farsi il segno della croce dando addio alla vita terrena. Si nota perfettamente la posizione delle ditta, l'intenzione dell'ultimo atto di salvezza. Povero uomo... Incredibile! Come una persona umana possa essere sopravissuta a tutto quel veleno inghiottito insieme al madera e ai pasticcini, a tutti quei colpi sparati dai suoi assassini, e poi mi vengono a dire che Rasputin era un demonio, se mai demonio erano coloro che lo hanno assassinato, lui in vita non ha mai ammazzato nessuno, se mai ha curato e aiutato la gente che da lui si recava per un atto di speranza. Continuando il mio racconto di quanto ho visto in quel museo a Pokrovskoe, è realmente incredibile che un essere umano possa essere sopravissuto al veleno ed ai colpi di pistola inflittoli in tutto il corpo, e voglio sottolineare i due colpi alla testa che avrebbero ammazzato un elefante. Lui, era vivo..... In fondo alle acque gelide del fiume Rasputin era ancora vivo, ha cercato di liberarsi dalle corde che lo legavano tirandosi giù i pantaloni, proprio vedendo arrivare la sue fine, ha cercato di fare il segno della croce con le ditta unita. Forse addirittura aveva perdonato anche i suoi assassini..... Comunque Rasputin, alcuni mesi prima della sua morte aveva predetto la sua fine non sapendo da che mani sarebbe stato assassinato, sappiamo che Rasputin aveva dei nemici sia negli ambiente aristocratici che politici e addirittura nel popolo, non dimentichiamo che già una volta una giovane contadina malata di mente e di sifilide lo aveva accoltellato per ammazzarlo. Per cui, Rasputin sapeva che prima o dopo lo avrebbero assassinato.

Uomo tanto amato e tanto odiato da moltissime persone, le doti eccezionali di lungo veggente e pranoterapeuta ancora oggi rappresentano un mistero. Personalmente penso che Rasputin avesse dei poteri sopranaturali, ma soprattutto era un uomo forte ed intelligente, infinitamente superiore alla media. Aveva tanti difetti o pregi, a secondo di quanto lo si possa presentare. Le piaceva bere e fumare, anche se per vent’anni aveva smesso. Si dice che le piacevano le donne. A quale uomo normale non piacciono le donne? Poi, in realtà erano esse che lo cercavano per toccarlo, accarezzarlo affinché il potere di Rasputin si penetrasse in esse stesse. Rasputin amava i festini con gli zingari e i bagni russi, amava ascoltare le musiche e canzoni zingare, passava lunghe ore con loro. Quando era chiamato ad aiutare qualcuno, lui correva, ubriaco o non, sporco o pulito com'era....correva in aiuto di chi aveva bisogno. Per lunghi anni Rasputin smise di bere e di fumare come mi raccontarono Vladimir e Viktor, si dedicò semplicemente alla preghiera ed a aiutare chi ne aveva bisogno della sua parola di conforto. Davanti al suo appartamento in Via Goroxovo 64, lunghissimi code di persone arrivate da tutta la Russia aspettavano giornate intere per essere ricevuti da Rasputin, lui non ha mai mandato indietro nessuno. Prendeva soldi da chi ne aveva, chi non poteva pagare non prendeva niente oppure accettava pagamenti in natura, polli, conigli, pane ecc.. Intorno a sé aveva un entourage di persone che lo aiutavano a mantenere l'amministrazione della sua casa, è morto povero perché quello che aveva lo dava ai poveri. Aveva sempre una parola di conforto verso chi ne aveva bisogno. Questo è l'altro volto di Rasputin, a cui io ho sempre creduto e che mi è stato confermato dalle testimonianze di Vladimir il direttore del museo e da Viktor il lontano parente e sosia di Rasputin.

16/17 Luglio 1916 fu assassinato all'età di 47 anni

16/17 Dicembre 1918 a Ekaterimburgo nel palazzo Epatiev lo zar Nicola II e tutta la famiglia, la moglie Allexandra Feodorovna, l’erede al trono Aleksej, le figlie Olga, Tatjana, Marija e Anastasia furono assassinati dai bolscevichi. Il Palazzo Epatiev fu fatto saltare in aria nel 1977 durante il periodo sovietico per nascondere la vergogna di questo fatto al mondo e per non lasciare tracce di questo orrendo delitto. Al tempo era governatore di Ekaterimburg colui che sarebbe diventato più tardi il primo presidente della Russia dopo l'epoca sovietica Eltsin. Fu anche Eltsin che nel 2000, avendo cambiato atteggiamento politico, fece fare le ricerche per scoprire dove furono sotterrati i resti di Nicola II e tutta la sua famiglia. I resti furono trovati nei boschi in una zona periferica a 27 km. da Ekaterimburg in un posto chiamato GANINA JAMA. I resti furono portati a Mosca con grande cerimonia solenne come se tutta la Russia avesse chiesto perdono del malfatto e poi seppelliti a San Pietroburgo, tumulati nella Cattedrale della fortezza di San Pietro e Paolo, dove furono seppelliti tutti gli zar da Pietro il Grande in poi. Durante il mio pellegrinaggio per conoscere la verità sulla vita di Nicola II e Rasputin, ho visitato la grande cattedrale costruita sul luogo del delitto di Nicola II e tutta la famiglia, nello stesso punto dove sorgeva la casa Epatiev a Ekaterimburgo. Qui fu costruita una enorme cattedrale con la statua dello zar e la sua famiglia, in memoria dell'ultimo zar di Russia. La cattedrale si chiama LA CATTEDRALE DEL SANGUE VERSATO. Ho anche voluto visitare il luogo dove essi furono seppelliti a Ganina Jama, un folto bosco di abeti. Oggi qui sorge un grande complesso monasteriale, anch'esso costruito in memoria dello zar Nicola II. Il complesso è composto di 13 chiese e fu costruito in appena 2 anni, dal 2000 al 2002. La chiesa più importante è dedicata a Nicola II e fu costruita vicino alla fossa dove furono trovati i resti. Qui anche è stata eretta una croce ortodossa alta tre metri, dove i fedeli vengono a deporre fiori e pregare ogni giorno. Dentro la chiesa c'è una grande Icona, rappresentando lo zar e tutta la famiglia che furono Santificati dal patriarca della chiesa ortodossa. Entrando dentro la chiesa (al momento era chiusa per pulizie, ma mi hanno fatto entrare perché ho detto che venivo da lontano per visitare quel luogo) ho incontrato un monaco che pregava e che mi ha accompagnato dentro spiegandomi tutta la storia della sequenza iconografica che avevo davanti agli occhi. Ho notato tra l'altro una scatola argentata con una piccola croce e anello che appartenevano personalmente a Nicola II. Ho chiesto come mai quella croce prediletta di Nicola II si trovava lì, sapevo che i gioielli di tutta la famiglia, trovati nei corpi erano stati rubati dai bolscevichi. Lui mi ha detto che quello era stato donato al patriarca di Russia da una vecchietta, lontana parente di uno degli assassini. A proposito voglio rammentare che durante l'esecuzione di Nicola II e tutta la famiglia, il plotone che sparava all'impazzata si meravigliava che essi non morivano immediatamente. Fu scoperto che i proiettili non entravano nei corpi perché essi erano avvolti da sacche di gioielli che i reali cercavano di nascondere. Gli stessi soldati, hanno inflitto colpi di baionette a tutti i corpi per finirli di ammazzare. Lo zarievich, erede al trono, bambino emofiliaco, varie volte curato da Rusputin, è stato l'ultimo a morire e finito con colpi di pistola alla testa da Nikulin uno degli esecutori, che poi a sua volta è stato fatto assassinare da Lenin per non aver testimoni del fatto. Si dice che i corpi dello zarievich e di sua sorella Tatjana non furono mai stati ritrovati.

Durante la mia visita a Ganina Jama quando mi sono fermato a parlare con quel monaco che pregava con un libro in mano, lui stesso mi ha spiegato un fatto interessante. Le ho chiesto dove furono trovati i resti dei reali di Russia, visto che fuori della chiesa c'erano varie buche dove si supponeva furono trovati i resti. Ebbene, con mia grande sorpresa ascoltavo quell'uomo che asseriva quanto fosse difficile stabilire realmente se e quando furono trovati i resti della famiglia reale. È stata una finzione per dare degna sepoltura allo zar Nicola II e tutta la sua famiglia, visto che quanto accaduto nella notte del 16/17 Luglio 1918 è stata una vergogna per la storia. Così si è voluto celebrare con cerimonia solenne i funerali dello zar. A detta della TV Russa, i resti sono stati fatti analizzare nei laboratori inglesi e dal DNA ha risultato che realmente fossero quelli dello zar e della sua famiglia. Al momento del orrendo sterminio della famiglia, i corpi trucidati di tutti, dopo essere stati spogli di tutti i diamanti e gioielli che avevano, i corpi furono bruciati con l'acido muriatico e benzina, quello che era rimasto è stato caricato su un camion e fatto spargere lungo la foresta di abeti del parco Ganina Jama. Dopo 90 anni dell'accaduto, penso ben poco sia rimasto.

Con questa carrellata di informazioni e testimonianza personale di quanto ho potuto vedere nel mio viaggio in Siberia e Urali, voglio esprimere tutta la mia ammirazione e simpatia per Grigorij Efimovich Rasputin, lo zar Nicola II, suo figlio Aleksej, l’imperatrice Alexandra Feodorovna, le figlie Olga,Tatjana, Anastasia e Marija.



Chiesa costruita sullo stesso luogo dove esisteva la casa dell’ ingegnere Epatev,
dove furono assassinati gli imperiali di Russia. “La Chiesa del Sangue Versato”.


Infine, la mia conclusione personale del perché Rasputin viene ricordato da tutti come demonio sia in Russia che all’estero è che in un’epoca piena di contraddizioni, politici, aristocratici, rivoluzionari, gente del popolo hanno dovuto trovare un capo espiatorio per dare la colpa a quanto di catastrofico sia accaduto in Russia dopo la morte di Rasputin. Lo hanno caricato di tutte le colpe, attribuendo a lui contadino siberiano, maledizioni sulla Russia che lui non avrebbe mai professato: lui amava la sua patria, innumerevoli volte si era rivolto allo zar consigliandolo di non entrare in guerra. Era un uomo di buon senso con le doti geniali del profeta, e ha previsto purtroppo punto per punto quello che in seguito si è abbattuto sulla Russia, la disfatta della monarchia, la rivoluzione e tutto il sangue che si è diramato per creare un mondo nuovo, che si è verificato un totale fallimento. Sia i suoi nemici prima, sia i rivoluzionari dopo, hanno sempre fatto propaganda negativa su Rasputin, così appare agli occhi del mondo come una figura del male. Personalmente credo che di malvaggio Rasputin non avesse niente……

Antonio De Bianchi – 08/12/2003

L’ufficio postale di Pokrovskoe

Viktor, discendente di Rasputin…..