Racconti di un angolano in terra russa:
Ogni anno riprendo il mio lavoro in
Russia
a bordo della M/N Iurij Andropov per conto della Giver Viaggi e Crociere di Genova. Solchiamo i fiumi e laghi russi da Mosca a San Pietroburgo e vice-versa. Un perscorso di
1.815 km
di navigazione attraverso le bellezze naturali che fanno da cornice ad un indimenticabile viaggio per conoscere la terra russa, la storia e la cultura di questo immenso paese. Il mio compito a bordo é quello di trasmettere ai nostri passeggeri il desiderio di scoprire il valore della cultura russa, le sue etnie, la storia ed il piacere di vivere 10 giorni in armonia insieme a persone che condividono gli stessi interessi turistici. Alla fine di ogni stagione parto per conoscere altre mete a me sconociute della Russia. Nel 2005 ho fatto un viaggio nella Siberia Occidentale per visitare il villaggio natale di Grigorij Efimovich Rasputin. A Settembre del 2006 sono partito di nuovo per
la Siberia
nella repubblica Buriatica per scoprire l’etnia buriatica. Da questo splendido viaggio ho creato un sito internet, visibile a tutti: www.russiainedita.com
Quest’anno, siamo nel 2008 voglio fare un viaggio nel sud
del
fiume Volga per visitare
la Oblast
di Astrahxan
,
il
delta del Volga e la repubblica della Kalmycchia. Anziché aspettare la fine della stagione ho deciso di partire prima di iniziare i miei viaggi a bordo della M/N Andropov.
Sono partito dall’Italia a bordo di un aereo della Lufhtansa con direzione Mosca. Sceso all’Aeroporto Domodedova ho dormito un giorno nell’Hotel Soyuz.
Da Mosca a Astrahxan, Elista (Kalmycchia),
Volgograd
, Mosca
Racconti di viaggio:
Il giorno 4 Maggio 2008 alle ore 15.15 sono partito da Mosca con il treno LOTOS dalla stazione Paviletskaya. Destinazione finale la città di Astrahxan situata nella omonima Oblast della Federazione Russa. Un lungo percorso in treno di
1800 Km
attraverso paesaggi diversi. La prima cosa che mi ha impressionato il canto dei petirossi che in questo inizio di primavera sentono il richiamo degli amori. Ogni volta che il treno si fermava, principalente durante la notte si sentiva in lontananza il meraviglioso canto.
Ho preso un posto cuccetta insieme al mio compagno di viaggio prof. Antonio Sacca; fortuna vuole che anziché in quattro, siamo solo in due nella cuccetta; la nostra provodnizza (hostess) si chiama Marina, una bella ragazza provveniente dalla regione del Caucaso che ci indica l’itinerario completo del nostro lungo viaggo.
Il mio amico e compagno di viaggio mi fa ascoltare alcuni CD di musica russa che ha comperato alla famosa fiera dell’antiquariato Ismaylova a Mosca. Sento con piacere la musica russa tipicamente del tempo sovietico: questo tipo di canzoni erano molto amate da questo popolo patriota di allora e di oggi.
Il nostro lungo treno è composto di ben 20 carrozze e un vagone ristorante dove viene puntualmente soddisfatta ogni richiesta di cibo e bevande, a prezzi modici. Nel treno si nota una atmosfera di vera tranquilttà in compagnia di gente umile. Ricordo che una volta in
Russia
, quando si viaggiava in treno tutti avvertivano
del
pericolo di essere assaliti e derubati di ogni cosa. Io che, ho viaggiato in treno da Nord a Sud e da Ovest a Est, posso dire con tutta franchezza che non ho mai avuto brutte esperienze
del
genere, sebbene spaventato da quanto mi dicevano: infatti ci chiudevamo dentro oltre che con la serratura anche con la cinghia dei pantaloni. Ebbene, oggi giorno questo dicerie non esistono più e si può viaggiare in relax senza temere di essere derubati. Nel vagone ci sono varie prese di corrente nel corridoio: ho lasciato persino in carica la mia video-camera digitale Sony per ore senza aver il minimo problema. Le persone ti sorridono, ti offrono il loro cibo. Si vive insieme in una atmosfera di festa. Siamo stranieri in terra russa ma ci sentiamo a casa nostra.
Mentre scrivo questi piccoli dettagli
del
mio viaggio guardo fuori dalla finestra e vedo il paesaggio che cambia in continuazione. Passiamo dai boschi folti di betulle, alla terra incolta delle campagne con qualche casetta sparsa quà e là a testimonianza di una miseria senza rimedio. Non si vedono, da nessuna patte, gli antichi KALXOZ, le cooperative dei contadini che esistevano ai tempi del regime sovietico: sono sparite completamente in quasi tutta
la Russia
dopo
la Perestroika
lasciando dietro di sè milioni di contadini disoccupati, indigenti, con un unico sostegno… la “vodka”. Oggi giorno in Russia al posto dei XALXOZ ci sono nelle grandi città le multinazionali con i loro LOGOS famosi, dando la speranza ai poveri di una ricchezza improbabile
Il mattino dopo il treno si ferma nella città di
Saratov
, situata ai margini
del
fiume
Volga
. Si vede una città grande, le case tipicamente dell’epoca sovietica; si nota soprattutto lo stato di abbandono in cui si trovano i vecchi stabilimenti, le fabbriche, le case, i binari dei treni. Tutto quanto sta intorno alla stazione ferroviaria di
Saratov
dimostra una città senza progresso, tuttora col pesante marchio
del
vecchio… regime. Traspare dalle persone una estrema povertà, che viene messa in evidenza dagli sguardi tristi, dal modo di vestirsi e dallo stato di ubriachezza che impera. Tuttavia una città di circa 2.000.000 di abitanti situata a metà strada tra Mosca ed Astrahxan. Si nota nel fiume Volga un immenso traffico fluviale, un su e giù di navi da carico, petroliere e anche navi passeggeri con rotta dal nord al sud
del
Volga
. Il fiume Volga che nasce dalle colline Altai vicino a Mosca, ha il suo delta nel mar Caspio: una lunghezza di
3.690 Km
. Lungo questo fiume da sempre si sono sviluppate gloriose e storiche città come Nizhnii Novgorad,
Kazan
, Samara,
Volgograd
e tante altre. Molta storia e cultura russa si è sviluppata proprio lungo il fiume
Volga
: sono numerosi i personaggi storici che hanno glorificato questo tratto di terra russa. Per fare alcuni nomi, posso ricordare lo Zar Ivan IV detto il terribile che nel
1564 ha
strappato la città di Astrahxan ai tartari e due anni dopo è riuscito a riconquistare la famosa città di Kazan che vanta uno dei Kremlini più belli e fortificati di tutta
la
Russia
.
Il
Volga ha anche conosciuto alcuni personaggi meno famosi di Ivan IV ma altrettanto valorosi e coraggiosi, come I contadini ribelli Stepan Reisen e Emelian Pugashev:
Emel'jan Ivanovič Pugačëv nato nel 1742 e giustiziato il 10 gennaio 1775, fu un pretendente al trono dell'Impero russo, e guidò una grande insurrezione cosacca (Крестьянское восстание Rissurezione cristiana) durante il regno di Caterina II. Spirito ribelle, rude, può essere classificato come un inconscio populista; il suo odio contro la zarina, come pure i suoi metodi feroci, rappresentavano, in fondo, una esasperata protesta contro un sistema che per colonizzare territori semidesertici vi trasportava con la forza masse di servi della gleba. Sotto le sembianze di Pietro III, Pugačëv istituì una sua burocrazia ed un esercito che si rifaceva come copia a quello di Caterina. Alcuni dei suoi comandanti di alto grado presero gli pseudonimi di duchi e persone di palazzo. L'esercito organizzato da Pugačëv ricalcava quasi perfettamente quello di Caterina. La struttura organizzativa di Pugačëv era straordinaria. Istituì un proprio Consiglio di guerra e una rete di intelligence con messaggeri e spie. Anche se Pugačëv era analfabeta, si servì dell'aiuto dei sacerdoti locali, mullah e staršini per scrivere e diffondere i suoi decreti reali o ukazy in russo e nei dialetti tatari. Questi ukazy venivano copiati, mandati nei villaggi e letti alle masse dai sacerdoti e dai mullah. In questi documenti, chiedeva alle masse di servirlo fiduciosamente. Prometteva di ricompensare chi l'avesse seguito con terra, sale, grano, ed un abbassamento della pressione fiscale, e minacciava di punizioni e morte chi non l'avesse fatto. Con il suo esercito e la coordinazione dei suoi generali, Pugačëv fu capace di conquistare molte delle regioni che si stendevano tra il fiume Volga e gli Urali. La più grande vittoria di Pugačëv fu la presa di Kazan.
Il 14 settembre 1774 gli stessi cosacchi di Pugačëv lo catturarono mentre cercava di fuggire sugli Urali e lo consegnarono all'esercito riscuotendo la grossa taglia che era stata emessa su di lui (28.000 rubli). Aleksandr Suvorov lo rinchiuse in una gabbia metallica e lo mandò a Mosca, dove fu giustiziato pubblicamente il 10 gennaio 1775.
Stepan Timofeyevich Razin (Степан Тимофеевич Разин) corsaro cosacco nato in data imprecisata nell’anno 1630, a Zimoveyskaya situata sulle rive del Don morto il 16 giugno 1671. Figura principale della rivolta cosacca del 1670 contro lo zar Alessio I Romanov.
Proclamata nel 1670
la Repubblica Cosacca
e l'abolizione della schiavitù, sostenne l'uguaglianza di tutti e l'abolizione dei privilegi. Razin organizzò un esercito popolare che prese Zarizyn (oggi Volgograd) Saratov e Samara risalendo il corso del Volga. Il popolo era affascinato dalle sue avventure. Lungo il mar Caspio Razin devastò città come Derbend e Baku. I suoi seguaci lo chiamavano sovrano (gosudar); il suo potere si estendeva da Astrakan a Nizhnij Novgorad.
Ferito in battaglia a Simbyrsk dove si scontrò con le truppe zariste, fu consegnato alle autorità che dopo averlo torturato lo squartarono pubblicamente sulla piazza Rossa. La sua testa fu appesa ad un tronco mentre le altre parti del corpo date in pasto ai cani
Rimase la sua memoria in numerose poesie, canti e ballate popolari russe, dove viene rappresentato come difensore degli umili e vendicatore degli oppressi.

Appena partiti da
Saratov
vedo il fiume
Volga
che si allarga da sembrare quasi un mare aperto. Dopo Saratov il treno entra nella immensa steppa russa; si tratta di una zona con terreno arido quasi desertico con alcuni alberi secchi quà e là dove nidificano uccelli grandi come acquile, che viaggiano sempre in due, il maschio e la femmina, come se annunciassero la continuazione della specie: un mondo di natura che non finisce mai, la vita che continua in queste sterminate steppe della Russia. Nell’immensità della steppa appaiono in lontananza i laghi salati Eleton e Baskunchuk dove viene ricavato il sale che si consuma nel territorio. Inoltre si vedono pascolare tantissime pecore, bovini e tanti, tanti cavalli in libertà. Si nota anche il cambiamento della natura; si intravedono alcune piante selvatiche che cambiano colore a secondo
del
riflesso
del
sole. Ho visto alcuni animali selvatici come il koyote e la volpe argentata. In una steppa cosi desertica si vedono anche alcuni piccoli laghi come le oasi nel deserto.
Arriviamo ad Astrahxan con una puntualità che spacca il secondo dopo aver viaggiato per
1.800 Km
. L’organizzazione ferroviaria in
Russia
è da considerarse la migliore al mondo, perchè i treni viaggiano sempre puntali ed il servizio impeccabile.
Il primo impatto con la citta di Astrahan è positive. Prendo un taxi che mi porta in albergo. Il taxista, un uomo di nazionalità Kalmycchia, gentilmente mi descrive ogni punto turistico della città. Quando passiamo davanti al famoso gigantesco Kremlino di Astrahxan, non posso fare a meno di emozionarmi confrontando le mie origini, la lontana
Angola
, con una opera cosi imponente e ricca di
tanta
storia.
Il giorno dopo iniziamo la visita della citta di Astrahxan proprio dal Kremlino, imponente edificio fortificato costruito nel 1558 dai discendenti di
Gengis
Kan.
All’interno delle mura ci sono bellisime chiese con una torre all’entrata alta 50 metri. Entro nella chiesa principale dove si sta svolgendo una funzione religiosa. Un lungo tavolo nel centro della chiesa, i fedeli depongono i loro doni, frutta, dolci e cibo di ogni genere. Il sacerdote che celebra
la Santa
Messa
viene coadiuvato da altri dieci sacerdoti. Si sente una cantilena lunga e melodiosa, mentre le persone assistono con grande devozione alla Santa Messa. Alla fine il sacerdote benedice il cibo ed ogni persona che si trova in chiesa. Dopo la benedizione il cibo viene distribuito tra tutti i presenti.
Dopo la visita al Kremlino, assisto nella Piazza della Vittoria al cambio della guardia. I cadetti della marina militare fanno la guardia al monumento ai caduti. Alcuni veterani della grande Guerra sono immedagliati in tutto il corpo. La banda musicale suona e tutti i presenti cantano patrioticamente l’inno nazionale.
Continuiamo il giro verso il centro storico di Astrahaxan nella Ulitza Kirova, una strada lunga con edifici
del
XVIII secolo; alcuni di essi sono in decadenza altri sono già stati restaurati. Astrahxan, come tutte le città della Russia è rimasta per anni in abbandono completo e gli edifici quasi cadono a pezzi per mancanza di manutenzione. Tuttavia si nota una gran voglia di rinnovamento da parte delle nuove generazioni. Piano piano le città cambiano fisionomia, le persone si rendono conto che il futuro è nelle loro mani, le città prendono vita e colore.
Dopo aver visitato il centro storico prendo un taxi che mi porta a TINAKI una famosa località termale per le cure fangose. Un sanatorio in ogni regola, costruito sulla sponda del Volga, luogo adatto per riposo e cure. Dopo aver visitato Tinaki, il nostro autista Mikail ci porta al Lago Salato che si trova a
20 chilometri
da Astrahxan. Impressionante vedere il colore
del
lago con le rive coperte di sale e le persone che fanno il bagno curativo nelle acque salate.
Il giorno dopo Mikail ci viene a prendere in albergo per andare a vedere finalmente il delta del Volga che sfocia nel mar Caspio. Ecco il momento atteso che è alle origini di questo lungo viaggio, il desiderio di vedere il Delta
del
Volga
: desiderio tenuto in serbo da una vita, che stento a credere di potere alla fine soddisfare.

Il delta
del
fiume
Volga
rappresenta una zona conosciutissima ai russi ma meno conosciuta agli stranieri. Le sue bellezze naturali sono viste da migliaia di turisti russi ogni anno. Con le sue attrattive rappresentate da spiagge selvagge, escursioni in barca, battute di caccia e pesca, passeggiate a cavallo e cammello nelle aree semi-desertiche, le località termali, i laghi salati e la sua cultura variopinta.
Siamo partiti dall’Hotel Azimut alle 9
del
mattino per andare a vedere il Delta. Dopo aver fatto 60 kilometri di strada siamo arrivati a Almatur dove ci aspettava un motoscafo prenotato il giorno prima. Inizia il nostro percorso lungo il Delta per arrivare fino al mar Caspio in una zona confinante con il Kazakstan. Una piccolo sosta presso un albergo galleggiante per le formalità di frontiera cioè dei passaporti. Qui abbiamo preso a nolo anche due canne da pesca visto che saremmo arrivati in un punto molto pescoso. Il tragitto lungo le immense insenature è veramente meraviglioso, attraverso sentieri nell’acqua circondati da vegetazione di vario tipo e con tantissimi ucceli svolazzavano da ogni parte. Da una parte e dall’altra si vedevano tantissimi nidi di uccelli giganti di colore nero; in ogni nido c’erano i piccoli con il beccuccio aperto in attesa di cibo. Tantissimi cigni e pellicani prendevano il volo davanti a noi, talmente vicino al nostro mostoscaffo che ogni tanto cadeva giù qualcosa di sporco (cacca) che si andava ad appiccicare nel parabrezza del motoscafo. Abbiamo percorso in motoscafo
120 Km
lungo le insenature del Delta del Volga, visto varie specie di uccelli e alla fine ci siamo fermati nell’ albergo galleggiante per mangiare pesce. L’albergo costruito in forma di nave è circondato da fiori di loto che crescono spontanei nell’acqua. Il nostro giro è durato fino alle ore 18.00. Era tutto talmente bello che non ci rendevamo conto del tempo che passava. Ritornati in albergo abbiamo salutato il nostro simpatico autista Mikail che si è portato a casa due grossi pesci storione-beluga dal peso di
5 kg
. l’uno, pescati nel Caspio.
Il basso corso
del
fiume
Volga
e il mar Caspio settentrionale rappresentano un’area unica per la sua storia, e le sue condizioni climatiche e naturali; in questo territorio si son mescolate varie civilizzazioni, e sono nate e scomparse importanti città. Ad Astrahxan oggi sono ancora conservate chiese, monasteri, moschee ed edifici dalle caratteristiche architettoniche uniche; il capoluogo regionale, in ogni suo angolo, combina sorprendentemente le austere forme europee con i motivi fantastici dell’architettura orientale.
La natura è stata molto generosa con la regione di Astrahxan: I fiumi
Volga
e Akhtuba, con i loro enorme bacini, formano il vasto territorio della pianura alluvionale omonima, caratterizzata da numerosi e pittoreschi laghi.
Il Delta del fiume Volga possiede dozzine di isole ricoperte di fitta vegetazione, alberi, arbusti, canne, molti piccoli laghi, in cui cresce il loto, raro per la sua bellezza, il tutto circondato da spiagge sabbiose o ricoperte da prati.
Nel Delta e nelle zone pianeggianti vive una ricchissima fauna, mentre a popolare le acque sono numerosissime specie ittiche, a partire dal famoso storione; altrettanto caratteristiche sono le aree desertiche e semi-desertiche, con la loro tipica esoticità.
Il clima ad Astrahxan conta sui 250 giorni che si possono definire caldi. L’organizzazioni di attività sportive sono diffuse, sci d’acqua, trekking, equitazione e lo sfruttamento delle località termali dove sono famosi i fanghi del lago Tinaki. Nella zona di Privolzhsky esistono i maggiori depositi di fanghi curativi della regione, diversi piccoli laghi salati e aree naturali protette (riserve e parchi per la conservazione della fauna unica del Caspio, specialmente nei distretti di Astrakhansky, Baskunchaksky e Volodarsky).
Astrahxan, circondata dalle aree desertiche e semi-desertiche della Kalmycchia, gode di estati particolarmente calde con temperature che raggiungono i
42 gradi centigradi
.
Da Astraxan a Elista in Autobus (
320 Km
):

Il giorno dopo abbiamo preso il pullman alle 7.20 con direzione Elista la capitale della Repubblica della Kalmycchia. Abbiamo percorso
320 km
. di strada attraverso una zona arida semi desertica. Durante il tragitto si vedono tanti laghi salati, animali in libertà, cammelli, cavalli, mucche, pecore. Ogni tanto il Pullman si ferma per la sosta obbligatoria. Luoghi desolati. Ricordo che in uno di essi, proprio davanti alla fermata dell’autobus c’erano i cavalli e le mucche che pascolavano riempendo di letame il luogo riservato ai passeggeri dell’autobus. Sono rimasto bene impressionato dalla bellezza delle ragazze della Kalmucchia che sempre sono dotate di un bel viso pulito, all’acqua e sapone, per interderci! Sono cordiali e ti sorridono dandoti il benvenuto nella loro terra. Abbiamo avuto il piacere di viaggiare sul Pullman con un gruppo di ragazze universitarie che erano andate ad Astraxan per una gita culturale. Arrivati ad Elista, una di esse ci ha accompagnato in albergo ed alla sera è venuta con un giornalista del luogo per intervistarci. Raramente si vedono stranieri in Kalmucchia (almeno che non ci siano tornei internazionali di scacchi) e questo naturalmente è un fatto saliente. Sicuramente io, che sono nato in Angola, sono l’unico angolano a fare il turista ad Elista. Gradevoli tanto la città che i kalmucchesi: hanno tutti un’aria fine e intelligente, vestiti bene e orgogliosi del loro paese. Quì l’istruzione universitaria è prerogativa dei giovani 100 per cento: mi raccontava la nostra simpatica amica Arshan che molti ragazzi appena finita l’università vengono invitati a lavorare all’estero principalmente negli USA.

La città si presenta pulitissima, ordinate. Non si vede un pezzo di carta da nessuna parte. Siamo andati a visitare il tempio buddista KURUL, un edificio grandioso che ospita all’interno la figura gigante del Buda. Fuori dalla città c’è un’altro tempio buddista dove studiano i giovani che desiderano diventare monaci. Interessante da segnalare che in questo paese ogni cittadino è un giocatore di scacchi: addirittura questa è una materia che viene insegnata obbligatoriamente nelle scuole. Grazie al loro presidente Ilyumshinov appassionato e campione di scacchi, è stata costruita ad Elista una città olimpica per gi scacchisti che vengono a fare i tornei. Nel palazzo principale, vengono organizzate le gare di scacchi con centinaia di tavoli e fotografie dei vari campioni.
Un paese interessante, una città moderna con buone prospettive per il futuro. Credevo di trovare una paese povero, in abbandono, invece ho trovato un paese in pieno sviluppo e ordinato in ogni suo aspetto.
Il giorno dopo siamo partiti per Volgograd in autobus; altri
300 km
di strada separano queste due città. Lo stesso panorama desertico. Però in alcuni tratti si vedono quà e là alcuni timidi alberi, forse piantati da poco per abbellire il panorama.
Siamo arrivati a Volgograd dopo sei ore di Pullman ed abbiamo cercato faticosamente un albergo. Alla fine, stanchi morti, siamo riusciti a trovare un modico albergo. Abbiamo riposato per due giorni a Volgograd prima di ripartire con il treno per Mosca. Ero già stato a
Volgograd
due anni fa con una crociera, volevo rivedere la famosa statua Mamaya Curgan, un monumento storico dedicato alla
vittoria
sui tedeschi durante la seconda gerra mondiale. Era il 9 Maggio, giorno della
vittoria
molto festeggiato in tutta
la
Russia
.
C
’erano migliaia e migliaia di persone per strada dappertutto. A Mamaya Curgan non si poteva camminare per quanta gente c’era. Abbiamo assistito al cambio della guardia davanti alla fiamma perenne. Una torcia gigante, sostenuta da una robusta mano, è accesa al centro di un grande salone, dove vengono ricordati tutti i morti della grande guerra. Dappertutto si canta l’inno nazionale e canzoni pattriotiche. Su tutte le strade c’è aria di festa; molti giovani ubriachi ballano e cantano per strada, altre migliaia assistono ad un concerto davanti alla stazione fluviale. Anche il concerto è tenuto da una orchestra militare. Tutto evoca la gloria e la vittoria della Russia, ma sopratutto vengono ricordati i morti lasciati sui campi di battaglia ed a Stalingrad.
Volgograd
è una bella città che fu completamente distrutta durante la guerra e fedelmente ricostruita negli anni subito dopo. Oggi, a ricordo della famosa battaglia di
Stalingrad
rimane solo un edificio che fu bombardato e mai ricostruito proprio per non dimenticare i brutti anni della guerra.
Ho lasciato Volgograd con un pò di nostalgia, non solo per la città in se stessa, ma perché questa era l’ulima tappa del mio viaggio nel sud della Russia. Avevo molto desiderato di fare questa esperienza per vedere il Delta del Volga e la repubblica di Kalmucchia. Mi interesso sopratutto delle etnie di origine mongola che vivono in Russia. Due anni fa ho visitato
la Buriatia
, oggi
la Kalmycchia
, mi riprometto di visitare altre repubbliche russe dove vivono etnie mongole. Il prossimo viaggio sarà
la Kamchatka
situata sul pacifico, oppure Kanthia Mansia o Tuva dove vive una comunità di sciamani.

Racconti di:
Antonio De Bianchi
Tel. 3493135006 Email: debiton@yahoo.com
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